Fogolars Furlans d’Italia riuniti a Udine su iniziativa dell’Ente Friuli nel Mondo

Zanin: «strumenti indispensabili per conservare l’identità del Friuli».

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Fogolars Furlans d'Italia: consegna della bandiera del Friuli del 1924: da sx mons. Guido Genero Arcivescovo vicario di Udine, Piero Mauro Zanin presidente del Consiglio regionale, il presidente del Fogolar di Venezia Mario Madrassi, Adriano Luci presidente Ente Friuli nel Mondo, Giuseppe Morandini presidente Fondazione Friuli e Pietro Fontanini sindaco di Udine

A Udine si è svolta l’assemblea dei rappresentanti dei Fogolars Furlans d’Italia che si sono dati appuntamento per due giorni nel capoluogo friulano organizzato dall’Ente Friuli nel Mondo in collaborazione con il comune di Udine e la Fondazione Friuli che ha ospitato nella sua sede la prima sessione dei lavori.

Una rappresentanza di numerose realtà presenti nella penisola, dalle grandi città come Roma, Milano, Firenze, Bologna, Verona, a tante località più piccole diffuse un in tutte le regioni italiane, dalla Sardegna, all’Umbria, al Trentino Alto Adige, al Veneto, con una delegazione anche da Venezia che fu sede del primo Fogolar, costituitosi nel 1914 e che oggi ha donato al presidente dell’Ente Friuli nel Mondo, Adriano Luci, un quadro con la bandiera friulana del 1924, realizzata nel decennale di fondazione del sodalizio.

Intervenendo per portare il saluto della Regione, il presidente del Consiglio Piero Mauro Zanin ha detto che «per la Regione sostenere sodalizi come i Fogolars Furlans è una grande opportunità perché attraverso di voi si conservano identità, tradizioni, valori, esperienze e anima del Friuli. Per questo l’attenzione e la riconoscenza delle istituzioni non verranno meno. La Regione – ha aggiunto Zanin – è consapevole dell’importante missione dei nostri corregionali nelle realtà in cui si sono inseriti: rappresentano un Friuli fuori del Friuli, una regione fuori dai confini regionali che sa esprimere attaccamento e nostalgia per le proprie radici geografiche e valoriali».

Zanin, parlando delle nuove sfide che una associazione come l’Ente Friuli nel Mondo deve affrontare davanti alla nuova emigrazione, quella dei giovani, «per un Friuli che non guarda solo alle spalle ma anche al futuro. Che i giovani scelgano le strade del mondo è un dato del presente, ma come tanti ragazzi friulani vanno a studiare all’estero, così sarebbe importante che tanti giovani di altri Paesi venissero in Friuli, in uno scambio reciproco di occasioni di confronto. Una reciprocità che ancora non si realizza e che deve interpellare la politica e le istituzioni».

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