Vini “No-Lo”: in Italia produzione a zero causa vincoli fiscali

Frescobaldi: «ancora non risolto l’aspetto fiscale che blocca le cantine fino al 2026». Il mercato di settore vale oggi 2,4 miliardi di dollari con una tendenza di 3,3 miliardi di dollari nel 2028.

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Vini “No-Lo” vini dealcolati

Frescobaldi: «ancora non risolto l’aspetto fiscale che blocca le cantine fino al 2026». Il mercato di settore vale oggi 2,4 miliardi di dollari con una tendenza di 3,3 miliardi di dollari nel 2028.

Ancora una volta, la burocrazia è il male dell’economia italiana, unitamente ad una corposa dose di sciatteria della politica nella formulazione delle leggi che nascono bacate, prive di reale efficacia, come nel caso della produzione in Italia dei viniNo-Lo” (no e low alcohol), i nuovi prodotti dealcolati bloccati da un carico fiscale eccessivo.

«Sui dealcolati oggi il settore è fermo: dobbiamo risolvere gli snodi fiscali e normativi e dobbiamo iniziare a produrre» avverte il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi, denunciando l’ennesima impasse legislativa che impedisce alla filiera di produrre in Italia viniNo-Lo” e di fatto rende inattuabile il decreto firmato lo scorso dicembre.

«La produzione di vini dealcolati in Italia continua ad accumulare ritardo – ha spiegato il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti –. Se il ministero dell’Agricoltura non interviene sulle disposizioni fiscali previste dal ministero dell’Economia e delle Finanze le imprese dovranno attendere fino al 2026 prima di poter partire con la produzione. Serve una norma ponte che consenta di definire il quadro fiscale per la produzione in questa fase transitoria. È impensabile che aziende che hanno investito in macchinari per la dealcolazione rimangano bloccate per un vuoto normativo, in cui la mano destra della pubblica amministrazione non sa cosa fa la sinistra».

Tra le criticità per la produzione di viniNo-Lo” da risolvere anche la norma relativa alla promiscuità degli spazi, che prevede l’obbligo di separazione degli spazi e quello relativo alla possibilità di produrre spumanti dealcolati gassificati. «Su entrambe le questioni siamo in dialogo con il Ministero – ha concluso Castelletti –, dovrebbero risolversi con una modifica al decreto in tempi rapidi». 

Secondo l’analisi dell’Osservatorio del Vino Uiv-Vinitaly su base dati Iwsr, il mercato mondiale dei viniNo-Lovale oggi 2,4 miliardi di dollari e dovrebbe raggiungere i 3,3 miliardi di dollari nel 2028 con un tasso di crescita annuale composto (Cagr 2028/24) dell’8% a valore e del 7% a volume.

Oltre l’80% delle vendite è realizzato nei primi 5 Paesi, con gli Usa a dominare il mercato con uno share a valore del 63%, seguiti da Germania (10%), Regno Unito e Australia (entrambe al 4%) e Francia (2%). Ancora molto marginale il consumo in Italia, dove i viniNo-Lovalgono lo 0,1% sul totale delle vendite di vino, per un controvalore di 3,3 milioni di dollari che – secondo le stime Iwsr – dovrebbe raggiungere i 15 milioni nei prossimi 4 anni, con un Cagr atteso del 47,1%.

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