Varato l’aggiornamento del paniere Istat rivedendo l’elenco dei prodotti che compongono per la rilevazione dei prezzi al consumo, aggiornando contestualmente le tecniche d’indagine e i pesi con i quali i diversi prodotti contribuiscono alla misura dell’inflazione.
La principale novità del 2020 dell’aggiornamento del paniere Istat è l’ampliamento dell’utilizzo dei prezzi registrati alle casse mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data) a nuovi canali distributivi del commercio al dettaglio della Grande Distribuzione Organizzata (GDO). Si tratta, con riferimento ai beni alimentari confezionati e ai beni per la cura della casa e della persona, dei discount, delle piccole superfici di vendita e degli “specialist drug” che si aggiungono così a ipermercati e supermercati.
Nel paniere Istat del 2020 utilizzato per il calcolo degli indici NIC (per l’intera collettività nazionale) e FOI (per le famiglie di operai e impiegati) figurano 1.681 prodotti elementari (1.507 nel 2019), raggruppati in 993 prodotti, a loro volta raccolti in 410 aggregati. Per il calcolo dell’indice IPCA (armonizzato a livello europeo) si utilizza invece un paniere di 1.700 prodotti elementari (1.524 nel 2019), raggruppati in 1.012 prodotti e 414 aggregati.
L’aggiornamento dei beni e servizi compresi nel paniere tiene conto delle novità emerse nelle abitudini di spesa delle famiglie, dell’evoluzione di norme e classificazioni e in alcuni casi arricchisce la gamma dei prodotti che rappresentano consumi consolidati.
Per l’ingresso di nuovi prodotti rappresentativi dell’evoluzione nelle abitudini di spesa delle famiglie, sono da segnalare tra i mezzi di trasporto, le automobili elettriche e ibride elettriche e il monopattino elettrico e, tra i servizi di ristorazione, il sushi take away e la consegna pasti a domicilio. Entrano poi nel paniere il servizio di barba e baffi, i trattamenti esteticiper uomo e gli apparecchi acustici. Nessuno prodotto esce dal paniere nel 2020, poiché tutti quelli già presenti non mostrano segnali di obsolescenza tali da motivarne l’esclusione.
Ad arricchire la gamma dei prodotti che rappresentano consumi consolidati, sono inclusi nel paniere il servizio di lavatura e stiratura camicia (tra i servizi di lavanderia abiti) e l’applicazione dello smalto semipermanente (tra i trattamenti di bellezza).
L’ampliamento dell’utilizzo degli scanner data e alcune innovazioni nella metodologia di calcolo degli indici, fanno sì che nel 2020 siano circa 30 milioni le quotazioni di prezzo provenienti ogni mese dalla GDO utilizzate per stimare l’inflazione. Delle restanti 577.000 quotazioni, 384.000 sono raccolte sul territorio dagli Uffici comunali di statistica, 121.000 direttamente dall’Istat e quasi 72.000 dalla base dati dei prezzi dei carburanti del ministero dello Sviluppo economico.
Nel 2020, sono 80 i comuni che contribuiscono alla stima dell’inflazione per il paniere completo (79 nel 2019); la copertura territoriale dell’indagine è pari all’83,2% in termini di popolazione provinciale. La copertura territoriale sale al 90,3% per un sottoinsieme di prodotti (tariffe e alcuni servizi locali), il cui peso sul paniere NIC è del 5,6%, per i quali altri 12 comuni effettuano la rilevazione dei prezzi.
Tra punti vendita, imprese e istituzioni sono circa 43.000 le unità di rilevazione presenti nei comuni, e circa 8.000 le abitazioni presso le quali sono rilevati i canoni d’affitto.
Per quanto riguarda la rilevazione dei prezzi effettuata direttamente dall’Istat anche mediante tecniche di scarico automatico dei dati (web scraping) dalla rete Internet o attraverso la raccolta di informazioni da grandi fornitori di dati, nel 2020 i prodotti coinvolti rappresentano, in termini di peso, circa il 22,7% del paniere.
Gli scanner data provenienti dai diversi canali della GDO sono riferiti a un campione di quasi 4.000 punti vendita, appartenenti a 25 grandi catene della distribuzione al dettaglio e rappresentativi dell’intero territorio nazionale.
Nella struttura di ponderazione del paniere NIC aggiornata al 2020 si segnalano l’aumento del peso della divisione di spesa trasporti e il calo di quella abitazione, acqua, elettricità e combustibili. La divisione di spesa prodotti alimentari e bevande analcoliche continua ad avere il peso maggiore nel paniere (16,21%), seguita da trasporti (14,96%), servizi ricettivi e di ristorazione (11,95%) e abitazione, acqua, elettricità e combustibili (9,95%).
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