Cimbri: «completata la pulizia dei crediti. Ora spazio alla crescita»
Unipol chiude il 2017 all’insegna di risultati decisamente positivi. La raccolta nel ramo danni è salita dell’1,9% a 7,4 miliardi mentre nel vita è scende del 29,7% a 3,7 miliardi. Il risultato consolidato ante imposte del comparto assicurativo si attesta a 787 milioni di euro (+9,1%), grazie al contributo in crescita del danni (501 milioni a fronte dei 365 milioni del 2016) che compensa il calo nel vita (da 357 a 286 milioni).
Il “combined ratio”, indicatore della redditività della gestione tecnica nel ramo danni, è pari al 95,9% mentre la redditività degli investimenti finanziari si è attestata al 3,9%. Il “solvency ratio” individuale è pari al 241% mentre quello consolidato basato sul capitale economico è al 206%, entrambi in lieve calo rispetto al 2016. Il consiglio di amministrazione ha inoltre autorizzato l’emissione di un prestito subordinato di livello 2 (Tier 2) dell’importo massimo 500 milioni di euro in linea capitale a cui la compagnia procederà qualora ricorrano «idonee condizioni di mercato».
Agli analisti che hanno chiesto all’amministratore delegato Carlo Cimbri se, nell’ultimo anno di piano, potesse esserci un’accelerazione sui dividendi anche da parte di Unipol, oltre che di UnipolSai, è stato risposto che «Unipol ha coperto integralmente all’80% il proprio portafoglio di “bad loans”, ristrutturando la banca, non solo senza chiedere soldi al mercato ma addirittura mantenendo lo stesso dividendo dell’anno scorso. Sarebbe stato normale non distribuire dividendi – ha aggiunto -, ma noi vogliamo mantenere anche al di là delle operazione straordinarie gli impegni del piano industriale, anche a livello di risultati complessivi e remunerazione dei soci. Alla fine del 2018 decideremo quale sarà la politica dei dividendi» ha detto Cimbri ricordando l’impegno di un “payout” al 70% per UnipolSai.
«Vediamo i risultati noi abbiamo l’obiettivo di centrare gli obiettivi e superarli se ci sono le occasioni – ha aggiunto Cimbri -. Come avete visto, anche in termini di solidità del capitale regolamentare, abbiamo livelli superiori a 200 in Unipolsai e intorno a 170 in Unipol. Sono tutte condizioni che consentono di distribuire i dividendi che abbiamo distribuito, se ci sono le condizioni non cambieremo certo la politica sui dividendi. Cimbri ha ricordato che sui dividendi «abbiamo un target 1 miliardo per UnipolSai che penso raggiungeremo e di 400 milioni per Unipol che raggiungeremo».
Concluso il lavoro di pulizia di Unipol Banca, costato 1 miliardo di accantonamenti per portare la copertura delle sofferenze all’80% e farle confluire in una “bad bank” sotto il controllo di Unipol, per la “good bank”, secondo Cimbri, «inizia una nuova era, con l’obiettivo di essere più profittevole nella sua attuale configurazione». Quanto alla possibile fusione con un altro istituto, «ho sempre detto che la banca è potenzialmente aggregabile, poi bisogna vedere con quali soggetti. Oggi ci sono situazioni sul mercato che non hanno lo stesso livello di pulizia di Unipol e prima di andare ad aggregarci con qualche altro gruppo bancario dobbiamo capire bene quale è il potenziale di questa realtà. Siccome la pulizia del bilancio è ancora in itinere per gran parte delle banche noi guardiamo quello che succede per vedere se sul mercato ci sono partner adeguati come profilo di rischio per Unipol Banca. Questa – ha concluso Cimbri – è la nostra strategia».