Transizione energetica: Confindustria propone di investire 230 miliardi al 2023

Brusco: «al 2030 possibile creare 500.000 nuovi posti di lavoro per il rilancio del Pniec».

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Investimenti per 230 miliardi euro e 500.000 nuovi posti di lavoro: è quanto che le imprese di Confindustria possono fare da qui al 2030 per la transizione energetica in Italia. A Roma, Confindustria Energia ha tenuto la sua assemblea annuale. Il suo presidente, Guido Brusco, ha messo sul tavolo il contributo che possono dare le aziende al Piano nazionale energia, il Pniec.

Brusco ha spiegato quello che le imprese chiedono per poter lavorare al meglio: «il sistema delle imprese di Confindustria Energia è in grado di mobilitare, per il raggiungimento degli obiettivi posti dal Piano nazionale integrato energia e clima al 2030, investimenti, prevalentemente privati, pari a 230 miliardi di euro, con la salvaguardia di quasi 1 milione di posti di lavoro e la creazione di altri 500.000». Secondo Brusco «per realizzare questa strategia di business dobbiamo poter contare su un sistema di governance che possa sostenere un quadro normativo e regolatorio certo e affidabile». Per fare decollare il tutto, servono norme chiare e stabili, che non cambino a seconda delle interpretazioni di ministeri, enti locali, magistrati, proteste dei comitati, ecc.

Brusco ha evidenziato anche l’altro problema delle imprese relativo ai costi dell’energia in Italia, doppi rispetto ai concorrenti europei. «Le recenti dinamiche industriali – ha proseguito il presidente di Confindustria Energiaimpongono di individuare una serie di abzioni che possano ridurre il divario del costo dell’energia, sia elettrica sia gas, sul mercato europeo ed internazionale a scapito dell’industria italiana».

Per spiegare completamente le potenzialità della transizione all’industria italiana «serve definire un piano strutturale di sviluppo della filiera industriale ed energetica – ha concluso Brusco -, accelerando la decarbonizzazione, incrementando la sicurezza energetica e mantenendo al contempo il focus sulla competitività, sullo sviluppo della filiera nazionale e sull’occupazione».

 

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