Quest’anno l’importo medio dovrebbe attestarsi attorno ai 450 euro a famiglia. Complessivamente la Tares costerà agli italiani circa 2 miliardi in più di quanto pagavano con la Tarsu/Tia
Tra il 2000 ed il 2013, l’aumento delle bollette relative al servizio di asporto rifiuti è stato del 67%: se tredici anni fa ogni famiglia pagava mediamente 270 euro, con il debutto della Tares l’esborso medio per ciascun nucleo famigliare dovrebbe attestarsi sui 451 euro secondo i calcoli dell’associazione artigiani di Mestre. “Come è possibile che nel 2013 le famiglie paghino un importo così pesante – sottolinea il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – quando negli ultimi 5 anni di crisi economica la produzione dei rifiuti urbani è diminuita del 5% e l’incidenza della raccolta differenziata, che ha consentito una forte riduzione dei costi di smaltimento, è aumentata di oltre il 30%?”
I calcoli relativi alla serie storica sono stati effettuati dall’Ufficio studi della Cgia che ha analizzato i bilanci di 11 comuni capoluogo di regione: Ancona, Aosta, Bari, Bologna, Cagliari, Campobasso, Catanzaro, Milano, Palermo, Torino e Trieste. Fino all’anno scorso, in tutte queste realtà amministrative il pagamento dell’asporto rifiuti avveniva attraverso l’applicazione della Tarsu, da quest’anno, invece, tutti gli 8.100 comuni d’Italia dovranno adottare la Tares che, sulla base delle prime indicazioni emerse dalle analisi effettuate, sembra essere molto più onerosa.
Quali sono le ragioni di questa preoccupazione? In primo luogo, la Tares dovrà assicurare un gettito in grado di coprire interamente il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, vincolo non previsto con l’applicazione della Tarsu. In secondo luogo, si prevede una maggiorazione su tutti gli immobili pari a 0,3 euro al metro quadrato con la quale si andranno a finanziare i servizi indivisibili dei comuni (illuminazione pubblica, pulizia e manutenzione delle strade, etc.).
Dall’analisi dei bilanci dei comuni italiani (anno 2010) è emerso che lo scostamento tra quanto incassato con la Tarsu/Tia e il costo del servizio di raccolta e smaltimento ammonta a circa 0,9 miliardi di euro. Secondo la Cgia si tratta di una stima sottodimensionata: nell’analisi, oltre all’assenza dei dati relativi alla Valle d’Aosta, non si è potuto tener conto del fatto che molte amministrazioni comunali esternalizzano il servizio di smaltimento dei rifiuti a società collegate.
L’incremento percentuale più significativo sarà richiesto alle famiglie e alle imprese del Centro (+21,7%), mentre per quelle del Nord sarà limitato al 12%. Inoltre, si ricorda che la maggiorazione di 0,3 euro al mq prevista con la Tares (per la copertura dei servizi indivisibili) darà luogo ad un gettito di 1 miliardo di euro. Pertanto, la Tares costerà agli italiani quasi 2 miliardi di euro in più rispetto a quanto hanno pagato l’anno scorso.