Secondo la Cgia l’aumento medio per le famiglie sarà del 29%. Bissoli: “il rinvio ha il sapore di una beffa”
Mentre il parlamento ha votato a grande maggioranza ha votato lo slittamento del pagamento della prima rata della Tares da aprile a luglio sotto la necessità di non scontentare gli elettori, l’attuale impianto della Tares che da quest’anno sostituirà la vecchia Tarsu (Tassa asporto rifiuti) e la Tia (Tariffa igiene ambientale), costerà agli italiani, secondo la Cgia, almeno 2 miliardi di euro in più (precisamente 1,9 miliardi di euro). Il gettito complessivo a carico delle famiglie e delle imprese sarà di almeno 8 miliardi.
“Come è possibile – dichiara il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – subire questi aumenti quando negli ultimi 5 anni di crisi economica la produzione dei rifiuti urbani è diminuita del 5% e l’incidenza della raccolta differenziata, che ha consentito una forte riduzione dei costi di smaltimento, è aumentata del 30,5%?”. Già, bella domanda la cui risposta è scontata da parte di un Governo come quello di Monti impegnato a raggranellare euro a più non posso dalle tasche dei contribuenti.
La stima del gettito complessivo è stata calcolata dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre, sottraendo dalle spese assunte dalle stesse amministrazioni comunali per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti (7 miliardi di euro) le entrate derivanti dall’applicazione della Tarsu o della Tia (6,1 miliardi di euro). La differenza tra i due importi dà luogo a 0,9 miliardi di euro. A questa cifra va aggiunto 1 miliardo di euro circa che viene ottenuto con l’applicazione della maggiorazione di 30 centesimi a metro quadrato prevista dalla Tares a carico del titolare dell’immobile. Questo miliardo è stato stimato dalla Relazione tecnica allegata al decreto legge “Salva Italia” del 2011.
Infatti, nella stesura che probabilmente verrà modificata, il legislatore ha stabilito che la Tares servirà anche per finanziare i cosiddetti “servizi indivisibili” prestati dagli enti locali, ovvero quei servizi comunali di cui beneficia l’intera collettività ma per i quali non è possibile effettuare una suddivisione in base all’effettiva percentuale di utilizzo individuale.
Per assicurare la copertura di questi servizi indivisibili, i comuni dovranno applicare con la Tares un costo aggiuntivo a carico del contribuente che è di 30 centesimi a metro quadrato (pari ad un gettito complessivo di 1 miliardo di euro) che potrà essere innalzato dai singoli comuni fino a 40 centesimi a metro quadro.
I 2 miliardi circa che costituiscono l’aggravio che i contribuenti pagheranno in più nel 2013 sono legati al fatto che con la Tares, ricordano dalla Cgia, il legislatore ha stabilito che in ogni comune le entrate di questa nuova imposta dovranno coprire interamente la spesa sostenuta per la realizzazione del servizio. Pertanto, in maniera ancora del tutto “spannometrica” l’aggravio sarà di 0,9 miliardi a cui va sommato il miliardo derivate dall’applicazione dello 0,30 euro per metro quadrato.
In termini complessivi, il costo della Tares sarà almeno di 8 miliardi di euro: 7 derivanti dal costo totale del servizio a cui va aggiunto il miliardo di gettito proveniente dall’applicazione della maggiorazione. Si tratta di una cifra approssimata per difetto, poiché i dati disponibili e registrati dai bilanci comunali non comprendono i costi dei Comuni che hanno esternalizzato il servizio.
Dall’analisi dei bilanci dei comuni italiani (anno 2010) è emerso che lo scostamento tra quanto incassato con la Tarsu/Tia e il costo del servizio di raccolta e smaltimento ammonta a circa 0,9 miliardi di euro. Secondo la Cgia si tratta di una stima sottodimensionata: nell’analisi mancano i dati relativi alla Valle d’Aosta, inoltre non si è potuto tener conto del fatto che alcune amministrazioni comunali esternalizzano il servizio di smaltimento dei rifiuti a società collegate.
Il presidente di Confartigianato Verona, Andrea Bissoli, giudica la Tares e il suo spostamento da aprile a luglio “una beffa, un granello di zucchero sopra un intero ed enorme piatto di una pietanza amara e indigesta che per le piccole imprese appare più come un compromesso dal sapore pre-elettorale – continua – che sposta il problema senza risolverlo, piuttosto che figurare come una volontà chiara di affrontare quella che si prepara ad essere l’ennesimo ‘assalto’ alle tasche di imprese e cittadini, destinato a far aumentare ulteriormente una pressione fiscale giunta ormai a livelli insostenibili”.
Impietoso, dunque, il giudizio di Confartigianato Verona sull’emendamento votato dal Senato che fa slittare a luglio il pagamento della prima rata della nuova tassa sui rifiuti mantenendone però l’entrata in vigore da gennaio. “La decisione del Senato ha poco senso – continua Bissoli – e suona quasi come una beffa per i contribuenti che, tra i numerosi balzelli, dovranno comunque affrontare anche questa nuova tassa sui rifiuti e sui servizi comunali che dal primo gennaio sostituisce la Tarsu e le tariffe rifiuti Tia. Tutto fa pensare che si tratterà di una stangata, considerato che il Governo si aspetta dalla Tares maggiori entrate per i comuni pari a 1 miliardo nel 2013 e 1 miliardo nel 2014, equivalenti a un incremento di 16 euro per abitante. Maggiori costi che vanno ad aggiungersi a quelli già registrati negli ultimi 10 anni con la crescita del 57% delle tariffe rifiuti in Italia, quasi 23 punti in più rispetto all’Area euro”.