Stipendi del pubblico impiego sono uguali se non superiori al privato

L’Aran nel suo rapporto semestrale smentisce un luogo comune.

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Il luogo comune secondo cui gli stipendi nel pubblico impiego siano più bassi del settore privato viene smentito dal rapporto semestrale dell’Aran, l’agenzia per la contrattazione pubblica, che evidenzia come spesso sia vero il contrario.

«I livelli retributivi medi nel settore pubblico e in quello privato – spiega Antonio Naddeo, presidente Aran – con un confronto su tre settori tra ministeri, agenzie fiscali e funzioni locali emerge che, dal punto di vista medio, gli stipendi dei funzionari pubblici si piazzanoa metà classificarispetto al privato. Con la differenza che, certamente negli enti locali i livelli di partenza sono più bassi rispetto a quelli dei ministeri e delle agenzie fiscali, ma in cui è possibile crescere economicamente anche in maniera molto rapida, grazie alla possibilità degli incarichi di elevata qualificazione che portano lo stipendio a livello di ministeri e agenzie. Dati alla mano, un giovane che entra nella pubblica amministrazione riceve una retribuzione d’ingresso sicuramente competitiva rispetto al privato».

L’aspetto economico non può essere l’unico elemento da prendere in considerazione nel confronto. «Nel pubblico esiste una stabilità del posto di lavoro che non ha uguali, non essendo soggetto a crisi cicliche o a tentennamenti in base a mercati o fattori esterni che portano il privato a licenziamenti collettivi o riduzioni del personale, ma anche cassa integrazione, come avviene anche nel caso di istituti di credito o aziende storicamente solide, di prestigio e con livelli stipendiali di alto profilo – prosegue Naddeo -. Parliamo infine di un tema poco dibattuto quando si attacca il lavoro pubblico: il rispetto di tutti i diritti del lavoratore, pienamente tutelati dai contratti collettivi nazionali. Nel privato non sempre avviene allo stesso modo».

Nei tre settori oggetto di analisi dall’Aran sono impiegate circa 560.000 persone, pari al 23% del pubblico impiego contrattualizzato. In questo dato – che comprende anche il personale a tempo determinatonon sono conteggiati i dirigenti, destinatari di uno specifico e diverso contratto, spesso decisamente generoso con stipendi tabellari fino a 250.000 euro lordi all’anno, specie nei premi di risultato.

«Nei ministeri, la retribuzione fissa iniziale è di 30.300 euro annui lordi (circa 1.600 euro netti al mese). Più bassa, su valori intorno a 23.800 euro (circa 1.350 euro netti al mese), per le funzioni locali dove non è stata conteggiata nella retribuzione iniziale l’indennità pagata ai titolari di incarichi di elevata qualificazione, in quanto corrisposta solo ad una parte dei funzionari e, salvo casi particolari, non corrisposta ai neo-assunti. Più elevata, per agenzie fiscali (31.600 euro, corrispondenti a circa 1.650 euro netti al mese). La retribuzione inizialepuò salire fino a 47.300, 53.600 e 55.000 euro, rispettivamente per ministeri, agenzie fiscali e funzioni locali (circa 2.150, 2.300 e 2.450 euro mese netti)» afferma il rapporto Aran.

La «retribuzione fissa annua lorda mediamente corrisposta ad un funzionario dei ministeri è di circa 32.800 euro. Un valore inferiore (29.900 euro) viene pagato nel comparto funzioni locali. Più elevata la retribuzione fissa media di un funzionario delle agenzie fiscali (35.300 euro)».

I valori medi indicati – spiega il rapporto – sono stati elaborati «a partire dai dati di conto annuale Rgs, ma aggiungendo una stima degli incrementi contrattuali previsti dai Ccnl relativi al triennio 2019-2021, sottoscritti nel corso del 2022, i quali hanno riconosciuto gli incrementi, con valenza retroattiva, su tutto il periodo coperto dal rinnovo e, quindi, anche sull’anno 2021».

Alla retribuzione fissa «si aggiungono alcune voci variabili, come straordinari, premi di produttività, indennitàdi disagio, turno o rischio, indennità correlate ad incarichi di maggior responsabilità. Il peso della componente variabile sulla fissa varia a seconda dei settori: nei ministeri è all’incirca il 14%; nelle agenzie fiscali, il 17%; nelle funzioni locali, il 27%. Il maggior peso della componente variabile delle funzioni locali si deve alla diffusa presenza, in questo comparto, di funzionari con incarico di elevata qualificazione, cioè un incarico di responsabilità remunerato con una retribuzione aggiuntiva (conteggiata, nella presente analisi, tra le componenti variabili), che può arrivare sino a 18.000 euro annui – rileva il rapporto Aran -. Sommandofisso” e “variabile” gli stipendi medi complessivi di un funzionario per ministeri e funzioni locali raggiungono livelli analoghi (37.300 ministeri, 38.000 funzioni locali). Più alti (41.000 euro) i valori medi di un funzionario delle agenzie fiscali».

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