Firmato a Milano l’accordo per sostenere il Sistema Casa: il presidente di FederLegnoArredo Emanuele Orsini e Stefano Barrese, responsabile della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, hanno siglato l’accordo che mette a disposizione un miliardo di euro per supportare gli investimenti nei processi di innovazione e di economia circolare delle imprese con al centro un modello di sviluppo sostenibile della filiera e, più in generale, del Sistema Casa che include commercio del legno, settore del legno-edilizia e il mondo casa- arredamento-design.
L’intesa fa seguito all’iniziativa comune intrapresa a fine 2018 per far fronte alle calamità che hanno colpito il NordEst abbattendo oltre 15 milioni di alberi e per individuare soluzioni concrete per l’accesso al credito dell’intera filiera.
Dall’analisi “L’industria italiana del mobile fra tradizione e innovazione” condotta e presentata in occasione della firma da Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo, emerge che, nonostante il forte ridimensionamento nell’ultimo decennio, l’industria del mobile mantiene un ruolo di primo piano nell’economia italiana, con circa 18.600 imprese, un totale di oltre 130.000 addetti e quasi 23 miliardi di euro di fatturato.
Significative le prospettive di crescita sui mercati esteri: secondo la stima della Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, tra il 2017 e il 2022 l’export italiano di mobili di alta gamma potrà aumentare di quasi 700 milioni di dollari. Questo dato potrebbe crescere ulteriormente se l’industria italiana del mobile saprà rafforzare la propria presenza sui mercati esteri, come la Germaniama, soprattutto, la Cina e gli Stati Uniti. Tra il 2008 e il 2018, l’industria del mobile ha già comunque aumentato il raggio d’azione del proprio export di 906 chilometri, più di ogni altro settore in Italia. Non a caso il peso dei paesi emergenti “lontani” è salito al 13% nel 2018, dal 5% nel 2008; quello dei paesi avanzati distanti si è portato al 15%, dal 9% di dieci anni prima.
L’industria italiana del mobile potrà contare sull’alta qualità delle sue produzioni, da accompagnare con adeguati investimenti in innovazione, certificazioni (FSC, di qualità e ambientali) e strategie commerciali strutturate (attività di export supportata da brand e filiali commerciali). Non potranno mancare poi investimenti diretti a sviluppare il commercio elettronico, in forte crescita sia sul mercato interno, sia all’estero.
Attraverso il proprio Innovation Center, il Gruppo Intesa Sanpaolo è fortemente impegnato nella promozione di un modello di sviluppo sostenibile, così come le imprese associate a FederLegnoArredo già ora riciclano circa 2 milioni di tonnellate di legnoderivanti dagli imballaggi e dalla raccolta differenziata urbana. È stato calcolato infatti che il sistema circolare del riciclo del legno potrà creare un impatto economico stimabile in circa 1,4 miliardi di euro, con 6.000 nuovi posti di lavoro e riduzione delle emissioni di CO2 di circa un milione di tonnellate.
Entrando nel dettaglio dello studio di Intesa Sanpaolo, l’industria del mobile è il quarto settore per avanzo commerciale (7,6 miliardi di euro nel 2018) e l’Italia si posiziona al terzo posto al mondo per quote di mercato nell’alta gamma (10,4%), poco alle spalle di Germania (13,9%) e Cina (10,9%). L’offerta italiana è molto diversificata e presenta quote di mercato significative in diversi comparti dell’industria del mobile: nella fascia di prezzo elevata spiccano gli imbottiti, le cucine e i mobili da ufficio, seguiti dalle camere da letto, dai mobili in metallo e dalle sedie.
Centrali nel legno-arredo italiano sono i distretti industriali: gran parte degli addetti dell’industria del mobile (circa il 60%) trova impiego nelle aree distrettuali che esprimono i tre quarti dell’avanzo commerciale dell’industria italiana del mobile. In ordine di addetti, l’elenco dei distretti è composto da: Mobile di Livenza e Quartiere del Piave (Treviso, Pordenone), Legno-arredo della Brianza, Cucine di Pesaro, Sedie e tavoli di Manzano (Udine), Mobile imbottito della Murgia (Bari, Matera), Mobile imbottito di Forlì, Mobile d’arte del Bassanese (Vicenza), Mobile in stile di Bovolone (Verona), Mobile dell’Alta Valle del Tevere (Perugia) e Mobile imbottito di Quarrata (Pistoia).
Ogni distretto ha una propria storia, che ha determinato una particolare struttura produttiva e dimensionale, e propone diverse tipologie di prodotti con gamme qualitative differenti. Accanto a poli produttivi con un’offerta più ampia e diversificata (Livenza) che si coniuga anche con un alto livello qualitativo dei prodotti (Brianza), troviamo sia distretti a più alta specializzazione nel comparto dell’imbottito (Forlì, Murgia e Pistoia), sia distretti con un’antica tradizione artigianale nella produzione di mobili d’arte (Vicenza, Verona, Perugia) attualmente ampliata con nuove tipologie di prodotti. Anche poli produttivi con un’elevata specializzazione (Sedie e tavoli di Manzano e Cucine di Pesaro) nel tempo hanno diversificato la loro offerta inserendo nel loro portafoglio mobili per soggiorni e camere, accessori e componenti per arredo.
In molti di questi distretti sono presenti filiere ben radicate nel territorio che creano valore aggiunto a livello locale. Analizzando oltre 686.000 operazioni di acquisto per un controvalore pari a oltre 3 miliardi di euro (un quarto circa del totale degli acquisti di beni e servizi delle imprese analizzate) sono evidenti i rapporti di fornitura ravvicinati nei distretti del Nord, con distanze medie di fornitura intorno ai 70 km nei distretti del Mobile del bassanese, delle Sedie e dei tavoli di Manzano, dei Mobili in stile di Bovolone, del Legno e arredo della Brianza e del Mobile del Livenza e Quartier del Piave.
Il settore può far leva su circa 230 “locomotive”, imprese molto dinamiche che creano occupazione e con ottimi livelli di redditività e patrimonializzazione. Queste imprese sono particolarmente diffuse al Nord e tra le aziende di dimensioni medio-grandi. La chiave per far fronte al rallentamento in atto
è moltiplicare le storie di successo anche con una crescita dimensionale e una maggiore diffusione di strategie evolute in termini di internazionalizzazione e innovazione.
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