Scatta l’allarme rosso nel mondo dell’accoglienza turistica a seguito della decisione del ministro alla Salute italiano – unico in Europa – di disporre l’obbligo di tampone negativo e un periodo di quarantena di 5 giorni per i non vaccinati a tutte le persone che entrano in Italia dai paesi europei, con probabili, pesanti conseguenze sul settore turistico.
«Non comprendiamo le ragioni che inducono il governo a definire – per l’ingresso dei cittadini stranieri in Italia – le restrizioni più rigide d’Europa, nonostante il buon esito della campagna vaccinale, che ha portato l’Italia ad ottenere i risultati migliori d’Europa – commenta Federalberghi -. Nelle scorse settimane le imprese del turismo hanno sostenuto l’ennesimo sforzo, adeguandosi alle nuove indicazioni sul Green pass e sul Super Green pass, nel presupposto che il contributo di tutti avrebbe realizzato le condizioni per consentire il sereno svolgimento delle attività economiche e sociali. Tutto ci saremmo aspettati tranne questa cattiva sorpresa, che riporta indietro le lancette e respinge i turisti stranieri, dirottandoli verso i paesi concorrenti». Che ringraziano sentitamente.
Per Federalberghi «si tratta di un grave danno per il Paese, che, secondo gli ultimi dati diffusi da Banca d’Italia, da gennaio a settembre 2021 ha visto la spesa dei turisti stranieri in Italia diminuire di circa venti miliardi di euro rispetto al corrispondente periodo del 2019. A complicare la situazione intervengono i tempi di entrata in vigoredell’ordinanza, che è stata adottata il 14 dicembre ed entrerà in vigore domani, senza tener conto del fatto che nell’economia dei viaggi e del turismo le decisioni vengono assunte con largo anticipo. Le imprese hanno già assunto il personale e rifornito le scorte per la stagione invernale, i turisti hanno prenotato il viaggio, l’alloggio e i servizi complementari».
«Chiediamo – s’appella Federalberghi – che l’ordinanza venga rimodulata al fine di consentire alle imprese e ai turisti di riorganizzarsi. Ribadiamo inoltre, anche alla luce della proroga dello stato di emergenza, la richiesta di inserire in legge di bilancio adeguate misure di sostegno del settore, a partire dall’esonero dei costi fissi che gravano sulle imprese del settore (seconda rata IMU e credito imposta affitti) e proroga della Cassa integrazione, per sostenere imprese e lavoratori che sono allo stremo».
Sulla stessa lunghezza d’onda Federturismo Confindustria con la sua presidente Marina Lalli: «la firma dell’ordinanza da parte del ministro della Salute, Roberto Speranza, che reintroduce l’obbligo di tampone per chi arriva da qualsiasi Paese europeo, in vigore dal 16 dicembre al 31 gennaio, è una decisione che ancora una volta non lascia la possibilità agli operatori turistici di potersi organizzare. Comprendiamo la necessità di salvaguardare la salute e la sicurezza di tutti – aggiunge Lalli – ma ne discutiamo il metodo. E’ un provvedimento che adottato a ridosso delle vacanze di Natale, accompagnato dallo sconsiglio dei viaggi da parte degli Stati Uniti, provocherà inevitabili disdette rendendo per la nostra industria turistica lo scenario ancora più critico di quanto già non lo fosse».
Per Lalli «a pagare il prezzo più alto rischiano di essere di nuovo le strutture ricettive e le città d’arte che vedranno inevitabili cancellazioni anche da parte di quei turisti più vicini, come francesi e spagnoli, che avevano già programmato una vacanza nel nostro Paese».
Chi cade nello sconforto più nero è Massimiliano Schiavon, presidente di Federalberghi Veneto: con l’energia che è diventata un bene di lusso e un’ordinanza unica in Europa che vieta l’ingresso nel Paese, mi domando se qualcuno pensi ancora che il turismo sia uno dei motori della nostra economia in grado di dare un contributo fondamentale al Pil nazionale. Mi rendo conto – prosegue Schiavon – che le situazioni siano diverse da zona a zona, tuttavia dopo due anni di emergenza mi aspetto un Governo capace di dare un minimo di programmazione a chi lavora e investe, e non vede altro che aumenti di aliquote fiscali, zero ristori, zero incentivi, e zero idee per il futuro. Siamo consapevoli dell’emergenza, ma allora bisogna lavorare nell’interesse di tutte le categorie. Oggi scopriamo dai giornali che l’Italia è in Europa con regole non condivise con l’Europa. E allora mi domando se si sia consapevoli di quello che sta succedendo».
Schiavon sottolinea come «questa categoria negli ultimi due anni è stata massacrata: dal Covid, dalle misure emergenziali che non ci hanno riguardato, dalla incapacità di capire prima quello che sarebbe successo poi. Con il settore della montagna appena partito e che si tiene in un fragilissimo equilibrio solo grazie al turismo nazionale, ma che guarda con molta preoccupazione alla ripresa del turismo internazionale del dopo Natale, e le città d’arteche praticamente dipendono in questi ultimi mesi solo da quello estero di prossimità, questo ulteriore impedimentoche si aggiunge a quello dei vaccini non riconosciuti dei paesi dell’Est mina seriamente la speranza di una ripresa di tutto il settore, indotto compreso».
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