Il settore edile è ancora in crescita nei primi mesi del 2024 ma «nella seconda metà dell’anno assisteremo ad una frenata» afferma l’Ance, l’associazione nazionale dei costruttori edili associata a Confindustria.
«Non ci ha sorpreso» il pessimismo emerso dall’ultimo indice previsionale Pmi, «quello che ci ha sorpreso è che continua a essere positivo il dato sulla produzione nel settore», spiega direttore del centro studi Ance, Flavio Monosilio. Il confronto del 2024 è con «il livello molto alto» del 2023, «quindi difficilmente avrebbe potuto essere positivo», ma l’inversione di rotta potrebbe essere brusca: con gli investimenti attesi in media d’anno in contrazione del 7,4%, ma dopo «i primi cinque mesi con una produzione superiore a quella del 2023», se la stima troverà conferma «dovrebbe esserci da giugno fino a dicembre un crollo vero e proprio».
L’allarme è anche per l’occupazione: «ogni miliardo di investimenti occupa tra i 13 ed i 15 mila lavoratori diretti e indiretti. Se calano di 10 miliardi – spiega Monosilo – tante ore lavorate vengono meno. E’ stato il settore il driver dell’aumento dell’occupazione nel 2022 e nel 2023. Credo che il 2024 porterà giù questo dato».
«Come centro studi – prosegue Monosilio – quello che ci interessa è cogliere la dinamica. Speriamo di avere sbagliato l’entità del calo in eccesso, ma sulla dinamica non ci sono dubbi: la seconda metà dell’anno sarà negativa e su questo credo che non ci piove».
L’Ance ha previsto una frenata dovuta dal fatto che quest’anno «gli effetti molto espansivi del superbonus sarebbero cessati, che per il Pnrr sarebbe aumentata la spesa, ma che questa accelerazione non avrebbe compensato gli effetti negativi del fermo sul superbonus».
Nel settore edile «ci sarà un comparto che sta subendo un crollo vero e proprio: è quello della riqualificazione energetica e sismica degli edifici, mentre il settore delle infrastrutture e dell’edilizia pubblica avrà una crescita importante». Ma la sintesi avrà il segno meno: «i primi segnali li abbiamo visti già a marzo con una riduzione delle ore lavorate: è un segnale di frenata».
Dopo l’estate si apre la partita della manovra di bilancio 2025, quindi delle possibili misure di sostegno. «stiamo facendo una selezione delle priorità, abbiamo colto delle urgenze che vanno assolutamente affrontate»: per l’Ance è necessario che ci possa essere «sia un normale svolgimento degli investimenti in opere pubbliche per mantenere livelli di produzione importanti, assicurando pagamenti e ristori alle imprese per evitare che vadano a corto di liquidità a causa del caro materiali, sia un ragionamento sul futuro dell’incentivazione, perché bisogna immaginare un sistema stabile nel tempo ed efficace».
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