Secondo l’indagine AgCom, in cinque anni il comparto dell’editoria ha perso il 30% dei ricavi e 14.000 posti di lavoro

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Gli effetti della crisi hanno maggiormente colpito il settore dei quotidiani e dei periodici che ha visto una contrazione occupazionale del 16%

 

giornali quotidiani cataste plichiIl settore dei media ha registrato nel quinquennio 2011-2015 forti contrazioni dei ricavi, con una perdita pari al 30% per l’editoria quotidiana e periodica e di oltre il 20% relativamente al settore delle telecomunicazioni. L’andamento significativamente negativo è fotografato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni nel focus sui bilanci 2011–2015 appena pubblicato, dal quale si evince che il comparto ha registrato anche una decisa riduzione dei livelli di profittabilità, con il margine operativo lordo sceso mediamente dal 31,9% al 23,8% nel periodo di riferimento.

Nello specifico, i ricavi complessivi del settore editoria si riducono di circa due miliardi di euro: quelli ottenuti in Italia (3,86 miliardi nel 2015), flettono del 31,2%. Su base annua i ricavi totali nel 2015 mostrano una flessione del 4,8% (-3,8% quelli domestici) mentre il margine operativo lordo – mediamente pari al 10,8% nel 2011 – scende al 7,3% nel 2015, in flessione di un punto rispetto all’anno precedente. Relativamente al settore televisivo, nel periodo considerato i ricavi delle principali imprese si riducono di 940 milioni di euro, una flessione principalmente dovuta alla contrazione degli introiti pubblicitari. Anche la redditività è in calo: il margine lordo (Ebitda) passa dal 28,7% del 2011 al 20,1% del 2015 e il margine netto (Ebit) scende dal 5,4% a – 0,7%. Relativamente stabile risulta la patrimonializzazione (intesa quale rapporto tra patrimonio netto e passività complessive), che scende in misura consistente nel 2012 per tornare nel 2015 vicina ai livelli di inizio periodo. 

I livelli occupazionali complessivi mostrano tra il 2011 e il 2015 una diminuzione di 14.200 addetti, contrazione che ha interessato in particolare il comparto dei servizi postali (-6.000) e delle telecomunicazioni (-5.200). Per quanto riguarda il settore Tv, l’occupazione complessiva (21.000 nel 2015) rimane sostanzialmente stabile rispetto al 2011 grazie alla crescita degli addetti di Sky e dei nuovi protagonisti quali Discovery Channel, QVC Italia, e Viacom che compensa la riduzione dei dipendenti di Rai e Mediaset e delle imprese a diffusione locale. Gli effetti della crisi hanno maggiormente colpito il settore dell’editoria che ha visto una contrazione occupazionale del 16%. 

Nel quinquennio, i principali nove gruppi editoriali italiani hanno perso il 32,6% del fatturato (-1,8 miliardi), cumulato perdite nette per due miliardi e ridotto la forza lavoro di oltre 4.500 unità, scendendo a 13.000 dipendenti totali. Il dato è contenuto in una ricerca dell’ufficio studi Mediobanca sul settore, con un trend nel taglio dei dipendenti che starebbe proseguendo anche quest’anno. In cinque anni le vendite di quotidiani sono scese di un milione di copie: da 2,8 a 1,8 milioni totali (-34%).

La situazione particolare è molto differenziata comunque rispetto al dato aggregato: Cairo Editore e L’Espresso sono in utile nel quinquennio 2011-15 e Mondadori è vista tornare a un risultato positivo quest’anno. La redditività operativa del settore editoriale resta inferiore a quella della manifattura italiana, ma è migliorata rispetto al dato negativo del 2014 (0,1% il risultato prima degli oneri finanziari, Ebit, sul fatturato 2015), soprattutto per la forte azione di contenimento dei costi (-8,9% nel 2015 rispetto al 2014). 

Secondo la ricerca condotta sui bilanci societari, nel 2015 Cairo Editore, Itedi e L’Espresso primeggiano per redditività operativa, mentre Il Sole 24 Ore e Class sono nettamente in coda. La struttura finanziaria è solida a livello aggregato (nel 2015 i mezzi propri sono in media 1,5 volte i debiti finanziari), ma molto differenziata fra i singoli gruppi: Cairo Editore non ha debiti finanziari e Rcs un’esposizione di oltre 5 volte superiore ai mezzi propri. Caltagirone Editore segna una liquidità oltre 4 volte l’esposizione finanziaria. Nei primi nove mesi del 2016 è proseguita, ma in maniera meno accentuata, la flessione delle vendite con il fatturato aggregato in calo complessivamente del 3,5% (era diminuito del 4,2% nell’intero esercizio 2015). 

Aggregando le ultime trimestrali, l’ufficio studi Mediobanca segnala che il gruppo Cairo Communication è l’unico ad aumentare i ricavi (+1,9%), mentre la flessione sfiora il 10% per Class Editori e l’8%-9% per Monrif e Il Sole 24 Ore. La redditività industriale permane positiva per Mondadori, Espresso e Cairo Communication, con il dato peggiore in valore assoluto de Il Sole 24 Ore, con un Ebit negativo per 45 milioni nel 2016, quasi raddoppiato rispetto ai -25 milioni dei primi nove mesi 2015, che si riflette in un risultato netto negativo per 62 milioni. Anche Rcs chiude in perdita il periodo per 17 milioni, ma in miglioramento rispetto ai -126 milioni del periodo a raffronto.