Riforma del mercato del lavoro, le categorie auspicano un profondo ripensamento

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confartigianato trevisio presidente mario pozza 2 1Pozza: “se la proposta diventasse legge, sarebbe l’ennesima mazzata per le piccole imprese”

Attorno al progetto di riforma del mercato del lavoro che la ministro Elsa Fornero tenta di portare all’approvazione tra mediazioni che rischiano di snaturare nella culla il tentativo riformatore s’innalzano le preoccupazioni delle categorie produttive. Per Mario Pozza, presidente di Confartigianato Marca Trevigiana “se la riforma del lavoro così come approvata dal Senato il 31 maggio scorso venisse tradotta in legge sarebbe l’ennesima mazzata per le piccole imprese. Il suo impianto tiene conto solo in minima parte delle istanze delle PMI: la logica che è alla sua base è assolutamente penalizzante e priva di qualsiasi spiraglio di flessibilità sia in entrata sia in uscita.

Il conto della riforma, come ad oggi si presenta, viene fatto pagare alle piccole imprese e i vantaggi, ove ravvisabili, sono a carico esclusivo della grande, grandissima impresa”. Per Pozza “se la riforma del mercato del lavoro andrà in Gazzetta in questa versione, sicuramente le piccole imprese, che, nonostante il clima di sfiducia generalizzato, hanno ancora margini e coraggio per un’espansione del loro organico non saranno certo incoraggiate ad investire in nuove figure . Al contempo, le imprese che sono in oggettiva difficoltà si troveranno a fare i conti con costi aggiuntivi, mai ipotizzati, per mantenere il personale in forza e per risolvere contratti in essere per mancanza di lavoro”.

Il presidente degli artigiani della Marca va oltre: “mi chiedo come si possa dare il via ad una riforma del mercato del lavoro che elimina i voucher, aumenta i contributi per le assunzioni con la formula dell’apprendistato, fissando dei limiti mai condivisi nell’artigianato con le parti sindacali, vanifica il valore della riforma dell’apprendistato entrata in vigore definitivamente lo scorso 26 aprile complicandone l’ applicazione. E ancora come si può non aver considerato l’aggravio di burocrazia per aziende prive di un ufficio del personale che saranno costrette a rivolgersi a professionisti esterni per gestire le dimissioni blindate, lo stravolgimento degli ammortizzatori sociali, i licenziamenti assistiti dall’ufficio del lavoro, i nuovi vincoli sui contratti flessibili”.

Problemi per i piccoli imprenditori s’affacciano anche sul versante della consulenza all’impresa: “i professionisti sono ormai esausti dal susseguirsi ininterrotto di modifiche dell’ordinamento giuslavoristico e pertanto saranno poco ricettivi nel dover mettere mano ad un tessuto normativo che fino ad ora non ha subito un simile stravolgimento in termini di complessità dei contenuti e di numero di istituti soggetti a modifiche, per ognuno dei quali serviranno istruzioni ministeriali dettagliate. L’esperienza ci insegna che se mai arriveranno, arriveranno con tempi assolutamente inadeguati rispetto alla velocità con cui le imprese sono chiamate a decidere quotidianamente per la loro sopravvivenze e la tutela del loro personale (dipendenti e familiari)” dice Pozza che lancia ai parlamentari un appello perché “apportino modifiche lungimiranti, che tutelino le parti, che siano a vantaggio del rilancio del Paese e non della sua completa ingessatura. Vigileremo perché abbia un senso continuare a darci da fare per migliorare il nostro Paese e non solo la nostra economia, per migliorare la qualità della vita e abbandonare l’incertezza e la precarietà che da troppo ci accompagnano”.