L’Istat diffonde per la prima volta la stima delle principali variabili di conto economico delle imprese dell’industria e dei servizi a un dettaglio di analisi territoriale e settoriale notevolmente più fine rispetto a quanto finora diffuso.
I nuovi dati e indicatori territoriali sono elaborati a partire dalla stima delle principali variabili di conto economico per ciascuna delle unità locali delle imprese industriali e dei servizi non finanziari residenti sul territorio nazionale (oltre 4,7 milioni di unità) consentendo così una notevole flessibilità in termini di schemi di classificazione e dettaglio di analisi. Quasi la metà del valore aggiunto nazionale è realizzato nei sistemi locali del lavoro urbani (49,8%), in cui risiede il 45,9% delle unità locali attive.
La produttività apparente del lavoro nell’industria e nei servizi non finanziari è massima nei 5 sistemi urbani ad alta specializzazione (59.400 euro per addetto), elevata nei sistemi della fabbricazione di macchine (47.400 euro), della petrolchimica e della farmaceutica (47.300 euro) mentre registra il valore più basso nei sistemi a vocazione agricola (28.800 euro). La produttività arriva a livelli complessivamente medio-alti nei sistemi del “Made in Italy”.
A livello comunale, Milano è al primo posto come contributo al valore aggiunto nazionale dell’industria e dei servizi non finanziari, con oltre 52 miliardi di euro (7,3% del totale), segue Roma con 51,8 miliardi (7,2%) e a una certa distanza si collocano Torino, Genova e Napoli, (rispettivamente 2,1%, 1,5% e 1,3% del valore aggiunto italiano).
Milano si conferma anche al primo posto nella graduatoria della produttività apparente del lavoro: il valore medio supera di una volta e mezzo la media italiana. Seguono Bolzano (68.900 euro), Siena e Brindisi, unico comune del Mezzogiorno ai primi posti (58.200 euro per addetto). Roma è quinta in graduatoria (57.100 euro per addetto).
Nell’ambito del “Commercio all’ingrosso di frutta e ortaggi freschi”, Milano è al primo posto con oltre 70 milioni di valore aggiunto, davanti a Verona, Fondi e Rutigliano, rispettivamente con 44, 39 e 38 milioni di euro. Nell’industria è la Provincia di Bolzano a far registrare i livelli migliori di produttività apparente del lavoro. Il 25% toccato dalle imprese a più alto valore aggiunto per addetto (terzo quartile) è sensibilmente superiore a quelli delle altre Regioni: circa 52.000 euro contro i 44.000 della Lombardia, seconda in graduatoria. Il differenziale con tutte le altre amministrazioni risulta molto marcato: la mediana di Bolzano/Bozen è infatti superiore al terzo quartile di undici Regioni (Liguria, Marche, Basilicata, Umbria, Abruzzo, Campania, Sardegna, Molise, Sicilia, Puglia e Calabria)
Anche nei servizi si conferma al primo posto l’Alto Adige. In questo caso il terzo quartile è sensibilmente superiore a quello delle altre Regioni (circa 48.000 euro per addetto, contro i 34.000 euro del totale Italia). Rispetto all’industria, le differenze tra Regioni risultano meno evidenti, per cui solo in cinque Regioni (Basilicata, Sicilia, Puglia, Molise e Calabria) il terzo quartile è inferiore alla mediana di Bolzano.
L’ampiezza dell’intervallo fra il terzo ed il primo quartile fornisce un’idea della disomogeneità intra-regionale della produttività. Nell’industria, la sua distribuzione risulta più concentrata rispetto ai servizi. In media, l’ampiezza dell’intervallo interquartilico dell’industria è del 4% inferiore a quello dei servizi. Interessante anche la forma di tale distribuzione. Essa risulta più simmetrica nell’industria mentre nei servizi la distanza tra terzo quartile e mediana è sensibilmente più ampia di quella tra mediana e primo quartile, segnalando la presenza di segmenti di imprese/unità locali con una performance produttiva molto elevata e distante dai valori mediani.
In alcune regioni la produttività media del lavoro delle unità locali di medie dimensioni (50-249 addetti) risulta più elevata di quella delle unità locali di dimensione maggiore (250 addetti ed oltre): è il caso di Liguria, Umbria, Puglia, Calabria, Friuli Venezia Giulia e Provincia di Trento. In particolare, in Calabria la produttività delle medie imprese supera del 40% quella delle imprese più grandi.
Le regioni dove le imprese con dipendenti producono la maggior quota di valore aggiunto sono Abruzzo e Friuli Venezia Giulia (rispettivamente 89,7% e 89,7% del totale); per contro le Province di Bolzano e Trento mostrano la quota più bassa.
Nel 2015 quasi la metà del valore aggiunto nazionale dell’industria e dei servizi è realizzato nei sistemi locali del lavoro urbani (49,8%), in particolare ad alta specializzazione (25,0%) e pluri-specializzati (13,0%), in cui risiedono rispettivamente il 17,2% e il 13,5% delle unità locali attive. Un quarto del valore aggiunto è realizzato nei sistemi locali del “Made in Italy” (25,8%), tra cui spiccano i sistemi locali della fabbricazione di macchine (6,4%) e, al cui interno, si trovano 20 distretti industriali (su 35 sistemi). Tra i sistemi locali della manifattura pesante (18,7%) emergono i sistemi della petrolchimica e della farmaceutica (6,6%).
La produttività apparente del lavoro, che dipende sia dalle caratteristiche strutturali dei settori in termini di dimensione prevalente, tecnologia ecc., sia dalla performance delle singole imprese/unità locali, è massima nei 5 sistemi urbani ad alta specializzazione (59.400 euro per addetto), nei sistemi della fabbricazione di macchine (47.400 euro) e della petrolchimica e della farmaceutica (47.300 euro), mentre registra il valore più basso nei sistemi a vocazione agricola (28.800 euro).
Nel 2015 i sistemi del Made in Italy registrano complessivamente livelli di produttività medio-alti, in particolare i sistemi locali della fabbricazione di macchine (23 sistemi su 35) di Emilia Romagna (9), Lombardia (5) e Veneto (5), i sistemi del legno e del mobile (12 su 31) di Veneto (7) e Friuli Venezia Giulia (3), i sistemi dei gioielli, occhiali e strumenti musicali (5 su 10, tutti localizzati in Veneto). Meno produttivi i sistemi dell’agro alimentare ma con punte di rilievo: in 9 su 53 hanno valori alti e, di questi, 4 sono in Emilia-Romagna.
Come atteso, valori di produttività alti si riscontrano nella metà dei sistemi della manifattura pesante (43 su 85), principalmente localizzati nel Nord-Ovest (37), in particolare nei sistemi locali della produzione e lavorazione dei metalli (spicca il distretto industriale di Vestone, in Lombardia, specializzato nella metallurgia) e nei sistemi della petrolchimica e farmaceutica (primo tra tutti il distretto di Sannazzaro de’ Burgondi, in Lombardia, specializzato nell’industria chimica, petrolchimica, prodotti in gomma e materie plastiche). Tra i sistemi non manifatturieri, i sistemi turistici con produttività più elevata risultano principalmente localizzati nelle Province di Trento e Bolzano/Bozen (11 su 15), mentre 21 sono distribuiti nel Centro-Nord e con la presenza di un sistema al centro e tre sistemi al Sud. Nessuno tra i sistemi a vocazione agricola ha valori di produttività elevati, invece valori mediamente elevati si registrano in 4 sistemi. I sistemi non specializzati sono la tipologia complessivamente meno performante, anche se 5 sistemi (su 113) registrano valori elevati/mediamente elevati, localizzati al Centro-Sud.