I prodotti piani in acciaio continuano a viaggiare sulla cresta dell’onda della ripresa: la domanda è vivace, i prezzi sono ai massimi degli ultimi anni, anche se non mancano però difficoltà, legate soprattutto al reperimento di alcuni prodotti, per la rapida crescita della domanda e il rallentamento produttivo registrato nei mesi scorsi.
Secondo le analisi condotte da siderweb, la comunità dell’acciaio, stando ai numeri presentati dal direttore generale di Federacciai, Flavio Bregant, a gennaio 2021 la produzione di prodotti piani in acciaio è aumentata del 2,8% su base annua dando continuità ai recuperi avvenuti a novembre e dicembre. In totale nel 2020 sono state prodotte 9,5 milioni di tonnellate di piani a caldo (-15,9% sul 2019).
Quanto alla bilancia commerciale, il periodo gennaio-novembre 2020 (ultimi dati disponibili) si è chiuso in negativo per 3,8 milioni di tonnellate in volume e 2,1 miliardi di euro in valore. «Mancano sul mercato italiano – ha detto Bregant – 4 milioni di tonnellate di piani da produrre. È un segnale importante, ma figlio della situazione nazionale di questi ultimi anni».
L’import di prodotti piani (8,8 milioni di tonnellate nell’intervallo analizzato, -23,3% tendenziale) ha pesato sul totale delle importazioni per il 59%; in calo anche l’export (-20,7% con 5 milioni di tonnellate). Nello stesso periodo, il consumo apparente di piani è sceso del 22,9%, fermandosi a 12,1 milioni di tonnellate (pari al 55% del consumo totale di prodotti della siderurgia primaria).
Le prospettive di uno dei principali settori utilizzatori di prodotti piani in acciaio, l’automotive, sono positive: per Bregant «nell’ultimo trimestre 2020 si è rilevata una ripresa sostenuta, un picco di circa il 10%, la prima variazione positiva dal secondo trimestre 2018. Gli incentivi all’automotive sembrano aver dato un risultato interessante. Vedremo poi come si proseguirà quest’anno».
Secondo Emanuele Norsa, editor e analista di Kallanish, a livello nazionale ed europeo è importante tenere in considerazione la mancanza di materiale nel comparto dei prodotti piani in acciaio, «con tempi di consegna molto lunghi e difficoltà a reperirlo al di fuori dall’Europa. Il mercato è in forte tensione e non sta risentendo delle correzioni dei prezzi a livello globale». Secondo l’analista è improbabile che si stia gonfiando una bolla speculativa: «forse siamo entrati in una fase in cui la regionalizzazione dei mercati e la difficoltà di fare commercio hanno spinto i prezzi verso l’alto, uniti alla domanda cinese che comunque continua a tirare».
Il dinamismo della domanda di prodotti piani in acciaio è stato confermato da Giovanni Carpino, Managing Director di Liberty Magona: «stiamo registrando una fortissima richiesta di materiali zincati e anche il preverniciato sta andando bene». I prezzi resteranno in una corrente rialzista «nei prossimi mesi, visto che anche le quotazioni delle materie prime sono tornate a crescere. Non si dovrebbe risentire della ripartenza di alcuni altiforni (a Taranto, Gent e in Turchia); è tutta da verificare invece la partita relativa alla “Salvaguardia”», il sistema di quote e dazi introdotto dalla Commissione europea per regolare i flussi di import di acciaio in Ue, in scadenza a giugno.
Anche della ripartenza dell’ex Ilva ha parlato Eufrasio Anghileri, amministratore delegato del Gruppo Eusider: «nel 2020 Taranto ha prodotto 3,5 milioni di tonnellate. L’obiettivo per il 2021 è di tornare a 5. Questo milione e mezzo di tonnellate in più potrebbe fare la differenza e contribuire a un maggiore equilibrio sul mercato. Anche perché, con la nuova gestione, l’ex Ilva ha nettamente migliorato la qualità delle produzioni ed è tornata al rispetto dei tempi di consegna concordati».
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