Pressione fiscale in crescita nel terzo trimestre 2024: è al 40,5% (39,7% nel 2023)

Per l’Istat il risparmio sostiene i consumi. 2024 record del turismo in Italia.

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tasse pressione fiscale in crescita

Aumenta la pressione fiscale gravante sugli italiani, migliorano i consumi delle famiglie e quindi aumenta la spesa, ma cala il risparmio: lo certifica l’Istat diffondendo i dati del “Conto trimestrale delle Amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società” relativi al terzo trimestre 2024.

Secondo le stime dell’Istat, nel terzo trimestre 2024 la pressione fiscale bè stata pari al 40,5%, con un aumento di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2023. Il peso del fisco in rapporto al Pil sale anche nei primi nove mesi del 2024 che si attesta al 39,6% del Pil, con un aumento di 0,9 punti percentuali rispetto ai 38,7 del 2023.

Nonostante la pressione fiscale accresciuta, nello stesso periodo, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è cresciuto dello 0,6% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dell’1,6% e il potere d’acquisto è aumentato dello 0,4%, comunque sempre sotto l’andamento dell’inflazione nello stesso periodo.

L’Istat osserva che «il potere d’acquisto delle famiglie, pur segnando uno sviluppo più contenuto rispetto ai periodi precedenti, risulta in crescita per il settimo trimestre consecutivo», aggiungendo come «la propensione al risparmio diminuisce congiunturalmente, ma in termini tendenziali prosegue il suo sentiero di crescita: è stata pari al 9,2%, in diminuzione di 0,8 punti percentuali sul trimestre precedente e con un aumento del 2% sullo stesso trimestre del 2023».

Intanto, il turismo cresce anche nel 2024, grazie soprattutto all’apporto dei turisti stranieri: l’anno dovrebbe chiudere con oltre 458,5 milioni di presenze, in aumento del +2,5% sul 2023. A stimarlo è il Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti.

Nel corso dell’anno, l’economia nazionale ha evidenziato qualche segnale di rallentamento, legato in particolare alle dinamiche inflattive e al conseguente aumento dei prezzi, soprattutto nel settore dei servizi, non solo in Italia ma anche nelle principali destinazioni turistiche del mondo.

In questo contesto, il sistema turistico italiano ha dimostrato una buona capacità di tenuta, sostenuto principalmente dalla componente straniera che ha fatto registrato una tendenza ininterrotta di crescita per la maggior parte dell’anno, interamente grazie al traino del turismo straniero. Il turismo interno, caratterizzato da una lunga fase di rallentamento collegata probabilmente alla perdita del potere di acquisto, potrebbe infatti chiudere con una flessione stimata del -2,8% di presenze e del -2,9% di arrivi, portando i valori complessivi rispettivamente a 207 milioni e 63,8 milioni. In netta controtendenza l’andamento dei visitatori stranieri, che chiuderebbero con circa 251,5 milioni di presenze (+7,4%) e 72,1 milioni di arrivi (+6,3%).

 

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