L’iniziativa a cura delle Bcc del NordEst con capofila quelle del Trentino. Malumore di Federcasse che punta ad un organismo unitario del credito cooperativo
Un nuovo polo bancario costituito da 91 Banche di credito cooperativo (Bcc) e casse rurali con il cuore nel NordEst che punta a un patrimonio tra 800 milioni e un miliardo di euro, capitanato da Cassa Centrale Banca. E’ la proposta lanciata dalle Bcc di Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia, presentata nella sede di Borsa Italiana, in attesa delle indicazioni del governo sulla riforma delle Bcc e dopo la proposta di Federcasse che vede invece Iccrea come capofila unico del sistema.
«Per il nuovo modello di gruppo bancario – sottolinea il vicepresidente vicario di Cassa Centrale Banca, Carlo Antiga – è prioritario rispettare l’autonomia delle singole banche e offrire un’alternativa all’adesione obbligatoria ad un’unica holding». Il progetto di Cassa Centrale Banca, che potrebbe vedere la luce almeno per la parte industriale «entro la primavera del 2016», prevede la nascita di una «rete di banche autonome, di cui il 32% trentine, il 33% provenienti da Veneto e Friuli Venezia-Giulia e il 35% da altre regioni, con 5 miliardi di fondi propri (esclusa la capogruppo)», spiega il direttore generale, Mario Sartori, aggiungendo che si tratta di un sistema da 1.200 sportelli, 7.856 dipendenti, quasi 53 miliardi di raccolta, 32 miliardi di impieghi, 1,3 miliardi di ricavi e 53 milioni di utile. Questa è l’ipotesi “prudenziale”, mentre l’ipotesi “limite” potrebbe arrivare ai coinvolgere 150 Bcc con 8,4 miliardi di fondi.
«Noi non ci sentiamo fuori dal sistema del credito cooperativo italiano, ma pensiamo serva un’evoluzione e ci deve essere reciprocità con Federcasse, non possiamo sentirci esclusi» ha sottolineato il presidente di Cassa Centrale e presidente della Cassa Rurale di Trento, Giorgio Fracalossi, in occasione della presentazione del progetto per la nascita di un “nuovo modello cooperativo”, proposto dalle Bcc del NordEst. «Questo sistema ha bisogno di cambiare, non voglio dire di una rivoluzione, ma ha bisogno di accelerare il passo», ha aggiunto Fracalossi, convinto che la proposta di Cassa Centrale, che si pone come capogruppo di un nuovo polo bancario cooperativo, «darà uno scossone al sistema del credito cooperativo italiano». Interpellato sulla proposta alternativa della Federazione nazionale Federcasse, Fracalossi la ritiene «incompleta», in quanto «contiene l’aspetto valoriale, che noi condividiamo, ma manca un ragionamento industriale».
«Se vogliamo pensare ad un’evoluzione del credito cooperativo, ipotizzare la nascita di tre o quattro gruppi bancari, che rimangono sotto il cappello del movimento (ovvero Federcasse, ndr), aprono tavoli di collaborazione e hanno una loro costruzione industriale, mi sembra uno scenario plausibile» sottolinea il direttore di Cassa Centrale Banca, Mario Sartori, spiegando la sua visione sul futuro delle Bcc che si contrappone a quella della federazione nazionale Federcasse, che invece propone un’unica holding per il sistema, ad eccezione delle Raiffeisen altoatesine. Sartori ipotizza la creazione di gruppi autonomi capitanati da Iccrea, da Bolzano, da Cassa Centrale e dalla Bcc di Roma, con cui ragionerebbe «ben volentieri» sul progetto di un nuovo gruppo cooperativo. Intanto il dg si aspetta «entro l’anno» il decreto del governo per la riforma delle Bcc.
Cassa Centrale Banca, Phoenix, IBT, Cesve e CSD, Assicura Group e Assicra Veneto rappresentano già oggi un sistema di società competitive nell’offerta di servizi bancari. Sono imprese capaci di coniugare la priorità del servizio alle Bcc-Casse Rurali con la logica industriale del mercato. Fracalossi ha ricordato che «il gruppo prosegue nell’intento di centralizzare su Mediocredito Trentino Alto Adige la propria strategia come banca corporate di riferimento».
Il consolidamento del polo industriale di secondo livello di riferimento sarà la trave su cui poggerà la realizzazione del Gruppo Bancario Cooperativo. Questo consentirà, coerentemente all’ipotesi di riforma, l’adesione delle Bcc-Casse Rurali attraverso il patto di coesione. La Capogruppo, al fine di garantire adeguata solidità e stabilità, si porrà l’obiettivo di raggiungere la soglia di un patrimonio significativo – tra gli 800/1.000 milioni di euro – in ogni caso coerente alle dimensioni di rischio del gruppo.
Il percorso intrapreso da Cassa Centrale Banca, Phoenix, Cesve e IBT ha radici lontane e profonde. Alla fine degli anni Novanta, gli accordi di collaboirazione stipulati fra le Federazioni del Triveneto hanno dato il via ad una proficua progettualità che è stata via via condivisa con le Bcc di tutte le regioni italiane. Nel 2002, nel capitale di Cassa Centrale Banca, sono entrate le Bcc di Veneto e Friuli Venezia Giulia, e nel 2007 si è perfezionata un’alleanza strategica con un partner di livello internazionale: DZ Bank, colosso tedesco, gruppo bancario di riferimento di oltre 1000 Raiffeisen e Volksbanken, che rappresentano circa il 25% del mercato bancario tedesco.