3 miliardi di Euro il volume di affari 2013 delle aziende associate ANICAV (Confindustria), pari al 60% del fatturato dell’intero comparto produttivo.
Ad Angri (Salerno) è stata presentata l’XI edizione del Congresso mondiale del pomodoro a cura del direttore di Anicav, Giovanni De Angelis, di Rossano Bozzi, brand manager Fiere di Parma e di Guido Conforti, responsabile di settore prodotti vegetali AIIPA (Associazione italiana industrie prodotti alimentari). A concludere l’incontro il presidente di Anicav, Antonio Ferraioli.
Dopo 21 anni il Congresso mondiale del pomodoro torna in Italia, a Sirmione del Garda, dall’8 all’11 giugno, dopo le precedenti tappe in Tunisia, Canada, Portogallo e Cina. Il Congresso, per il quale è attesa la partecipazione di 500 operatori provenienti da cinque continenti, avrà come tema centrale “Dalla terra alla tavola: un impegno comune per il futuro dei prodotti trasformati a base pomodoro” ed è organizzato da AMITOM (Association Méditerranéenne internationale de la Tomate), WPTC (The World Processing Tomato Council) e da ISHS (International Society for Horticultural Science).
I relatori nazionali ed internazionali si avvicenderanno nel corso di 6 sessioni dedicate all’analisi del comparto e sui temi specifici come la sostenibilità economica e ambientale della filiera, il futuro del comparto, i modelli d’eccellenza della produzione, le tendenze del packaging, l’equilibrio tra produzione e consumo del pomodoro da industria, i nuovi consumatori di prodotti a base di pomodoro.
Un esempio di produzione di qualità è rappresentato dal pomodoro pelato intero, trasformato per la quasi totalità dalle aziende associate ANICAV nel bacino meridionale, per la valorizzazione del quale l’Associazione sta lavorando per ottenere il riconoscimento del marchio di tutela IGP. Il marchio IGP, evidenziando le caratteristiche di unicità e la garanzia di qualità del pelato tra i derivati del pomodoro, potrà spingere verso una crescita dei consumi e una ripresa del mercato.
L’ANICAV, in qualità di più grande associazione di rappresentanza delle imprese di trasformazione di pomodoro al mondo, per numero di imprese associate e quantità di prodotto trasformato, svolge un ruolo fondamentale nell’organizzazione del Congresso Mondiale del Pomodoro ed è impegnata a promuovere l’appuntamento nelle regioni del Sud Italia.
Il Congresso rappresenta per l’ANICAV un’importante occasione per portare all’attenzione degli operatori mondiali del settore il ruolo delle aziende associate, da sempre a forte caratterizzazione internazionale: le aziende associate sia di piccole e medie che di grandi dimensioni, prima delle altre, hanno compreso l’importanza di aprirsi ai mercati esteri e infatti circa il 60% delle produzioni è destinato all’export sia verso l’Europa che verso il resto del mondo.
Nel corso del Congresso, nell’ambito della sessione “The virtuous factory”, verrà presentata l’esperienza di una azienda associata di piccole dimensioni, che porterà la propria testimonianza di azienda virtuosa in termini di buone prassi organizzative, di risparmio energetico e impatto ambientale, di qualità dei prodotti e dei processi, temi sui quali da sempre tutte le aziende associate sono impegnate.
E’ stato presentato anche il fatturato delle 110 aziende associate ad ANICAV, che, localizzate in 12 regioni, registrano un volume di affari di 3 miliardi di Euro nel 2013, rappresentativo del 60% del fatturato nazionale dell’intero comparto produttivo. Il fatturato 2013 delle aziende ANICAV è così suddiviso: 1,9 miliardi derivano dalla trasformazione del pomodoro, 1 miliardo dalla trasformazione di legumi e ortaggi e 0,1 miliardi dalla trasformazione della frutta. Il centro degli affari delle aziende associate è rappresentato dalla produzione di derivati del pomodoro che nel bacino campano è preponderante, rappresentando circa il 50% della produzione italiana.
Le aziende aderenti all’ANICAV rappresentano 1/4 del pomodoro trasformato in Europa. Il solo settore conserviero impiega circa 12.000 lavoratori fissi e 22.000 lavoratori stagionali, cui si aggiunge la manodopera impiegata nell’indotto. I porti di Napoli e Salerno movimentano ogni giorno circa 1.500 contenitori di conserve vegetali.