Per la 133ª indagine congiunturale di Federmeccanica il settore metalmeccanico vede ancora debolezza

0
447
ingranaggi industria meccanica
ingranaggi industria meccanicaNell’ultimo trimestre 2014 attenuazione della fase recessiva dopo due trimestri di forte contrazione. I volumi di produzione risultano ancora inferiori (-31,4%) rispetto al periodo pre-crisi

Una piccola e fioca luce dentro al tunnel. È con questa metafora che si possono interpretare i dati della 133a indagine congiunturale di Federmeccanica. L’analisi è stata condotta presso un campione di imprese associate ed evidenzia, per il quarto trimestre del 2014, un’attenuazione della fase recessiva e moderati segnali di miglioramento della congiuntura settoriale nella parte iniziale del 2015.

Secondo l’analisi, l’evoluzione attesa dell’attività produttiva risulterà comunque insufficiente a invertire le tendenze negative delle dinamiche occupazionali.

Sulla base dei dati di fonte Istat, nel quarto trimestre del 2014, grazie ai risultati ottenuti nel mese di dicembre, la produzione metalmeccanica è aumentata dell’1,2% rispetto al terzo trimestre, ma ha evidenziato andamenti ancora cedenti (-1,2%) nel confronto tendenziale con l’analogo periodo dell’anno precedente. Complessivamente, nel 2014, la produzione metalmeccanica è diminuita dello 0,8% rispetto all’anno precedente, variazione negativa che va a sommarsi al -3,0% del 2013 e al -7,0% del 2012. I volumi prodotti risultano inferiori del 31,4% rispetto a quelli che si realizzavano prima della grande recessione del 2008-2009.

L’attenuazione della fase recessiva dell’attività metalmeccanica risulta imputabile alla parziale ripresa delle esportazioni intervenuta nella seconda metà del 2014. In particolare, nel bimestre ottobre–novembre, i flussi diretti all’estero sono cresciuti del 3,6% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, consentendo al saldo dell’interscambio di raggiungere i 57 miliardi di attivo nel corso dei primi undici mesi del 2014.

«La forte contrazione dei prezzi dei prodotti petroliferi, la politica monetaria espansiva della Bce e la svalutazione della nostra moneta nei confronti del dollaro producono effetti benefici sulle esportazioni e sull’evoluzione a breve della congiuntura settoriale ma, per una ripresa robusta e duratura – ha sottolineato il vicepresidente di Federmeccanica Alberto Dal Poz – sono necessarie riforme strutturali che, da un lato impattino positivamente sulla domanda interna e, dall’altro, consentano un recupero competitivo del nostro sistema produttivo».

Sul fronte delle riforme strutturali il direttore Stefano Franchi ha ricordato come Federmeccanica abbia lanciato più volte nel corso del 2014 un vero e proprio grido di allarme. Per questo «il 27 novembre 2014 abbiamo proclamato la giornata dell’orgoglio metalmeccanico, l’orgoglio per le imprese, per l’eccellenza dei loro prodotti e per il ruolo trainante del settore per l’economia del Paese. La metalmeccanica, infatti, rappresenta l’8% della produzione della ricchezza nazionale e dà lavoro a oltre 1,8 milioni di persone». La giornata del 27 novembre non è stata un momento conclusivo, bensì il punto di partenza di un progetto il cui obiettivo è offrire proposte concrete alle richieste di un settore che è centrale nel panorama economico italiano ed europeo. «In quest’ottica abbiamo organizzato l’incontro del 16 gennaio scorso con il ministro del Lavoro Giuliano Poletti», ha continuato Franchi, «per evidenziare le esigenze delle imprese sulla necessità dell’introduzione di nuove regole finalizzate a un più moderno funzionamento del mercato del lavoro. Successivamente, il 4 e il 5 febbraio scorsi, Federmeccanica ha organizzato per la prima volta a Bruxelles, con numerosi europarlamentari, un tavolo di discussione atto a individuare misure necessarie alla crescita e alla incentivazione degli investimenti».