L’Osservatorio consumi Confimprese-EY ha analizzato i dati di dicembre 2021 rispetto allo stesso mese 2020 e fa emergere un quadro in miglioramento con una chiusura pari a +46% sul 2020, che era stato impattato molto negativamente dalle restrizioni, ma rimane ancora negativo per un 12% rispetto al 2019, in linea con l’andamento registrato nel periodo giugno-novembre, ovvero dopo l’allentamento delle restrizioni Covid.
Il progressivo anno mostra comunque un +17,5% vs 2020, ma ancora una pesante perdita sul 2019 pari a –22,7%, confermando le difficoltà di ripresa del commercio al dettaglio.
Forti le differenze fra settori di attività.
La ristorazione, anche grazie alla volontà degli italiani di tornare alle abitudini di vita pre-Covid, mostra nel 2021 la ripresa più dinamica vs 2020 con un +22%. Meno brillante il comparto abbigliamento-accessori, che mette comunque a segno +15% sempre rispetto al 2020. Tuttavia, il riferimento sul 2019 registra ancora per entrambi i settori un profondo rosso con la ristorazione a -29% e abbigliamento-accessori a-26%.
L’unica nota positiva dall’Osservatorio consumi Confimprese-EY arriva dal dettaglio non alimentare, che ha praticamente riconquistato i livelli pre- pandemia e chiude dicembre a +20,5% su dicembre 2021 e +19% sul totale 2020, questo consente al comparto di chiudere il gap vs il 2019 che si riduce al -1,7%, e dove alcune merceologie quali il mondo casa e tecnologia sono in crescita rispetto a due anni fa.
Quanto ai canali di vendita, il settore viaggi mostra un andamento sempre più critico con -44% vs 2019, ma anche i centri commerciali rimangono ben lontani dai livelli pre-pandemia a -30%. Confermata la preferenza dei consumatori, in relazione a nuovi modelli di vita, per i negozi di prossimità (cittadine di provincia e periferie metropolitane) che con un -11,3% si posizionano ben 12 punti percentuali meglio della media Paese.
Nelle aree geografiche è sempre il Sud a soffrire meno, sia nel mese -4,5% su dicembre 2019 sia nel totale anno -14% vs 2019. L’area Centro chiude dicembre a -9,4% e il progressivo anno vs 2019 a -22%. Il NordOvest fa segnare rispettivamente -13,8% e -24%. Gli andamenti peggiori si registrano nel NordEst con un mese di dicembre a -19,8% e un progressivo anno a -24,2%.
«L’anno 2021 – chiarisce Mario Maiocchi, direttore Centro studi Confimprese – chiude in linea con le nostre stime a +17% vs 2020 ma con un pesante gap del -22,7% ancora da recuperare vs 2019. Anche le prime proiezioni dell’avvio di gennaio non segnalano nulla di positivo. Oltre all’inflazione in costante accelerazione e il caro bollette che bloccano gli acquisti, a parte quelli di prima necessità, anche l’impatto della pandemia, che costringe a stare in casa, conferma una situazione di forte instabilità che frena i consumi. Da notare il brusco rallentamento avvenuto nelle ultime due settimane di dicembre con i flussi dei centri commerciali rispettivamente a -27% nella quarta settimana e a -35% nella quinta rispetto al -18% delle settimane precedenti. Ciò ci fa prospettare la ripresa non prima del 2023».
Le rilevazioni dell’Osservatorio consumi Confimprese-EY evidenziano una forbice piuttosto ampia tra il Sud, che ha sofferto meno rispetto al Centro, ma soprattutto al NordEst e al NordOvest. Inoltre, al Sud ci troviamo alla vigilia di una potenziale nuova stagione di crescita grazie alla riserva del 40% a favore del Meridione per tutti gli interventi finanziaticon il PNRR. Gli analisti stimano una crescita del 12% del Pil meridionale nei prossimi tre anni, meno del CentroNordche dovrebbe raggiungere un +16%. Il divario fra le due macroaree italiane continuerebbe ad aumentare, ma un rimbalzo del Sud sarebbe un ottimo risultato per l’intero Paese.
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