Secondo la Cgia di Mestre, il nuovo strumento consentirà il recupero di solo lo 0,7% dei 120 miliardi di euro attualmente evasi
L’Agenzia delle Entrate ha presentato in pompa magna il nuovo redditometro che risulta “addolcito” rispetto alle versioni precedenti in modo da fotografare meglio la mutata situazione economica dei contribuenti nel periodo di grande crisi economica. La novità è stata salutata positivamente dal segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi: “in attesa di avere un riscontro oggettivo sugli effetti di questo strumento che potremo ottenere solo dopo le prime applicazioni, il nuovo redditometro dovrebbe colpire solo chi evade pesantemente il fisco e gli evasori totali”.
Nel 2012, grazie all’ottimo lavoro realizzato dalla Guardia di Finanza, sono stati scovati oltre 8.600 evasori totali che hanno nascosto al fisco 34,5 miliardi di euro di ricavi/compensi. “Speriamo – prosegue Bortolussi – che il redditometro riesca ad aumentare l’azione di contrasto proprio contro questi soggetti. Ora grazie al nuovo redditometro, alle potenzialità del cervellone Serpico, ai blitz contro chi non emette gli scontrini fiscali, allo spesometro, all’anagrafe tributaria e all’abolizione del segreto bancario, l’Amministrazione finanziaria ha tutti gli strumenti per contrastare efficacemente l’evasione fiscale. Finalmente questa piaga può essere affrontata e vinta in difesa, soprattutto, di chi non vuole e non può evadere le tasse che sono la stragrande maggioranza dei contribuenti italiani. Ricordo che anche tra i soggetti che sono sottoposti agli studi di settore, ben l’80% dichiara quanto richiesto dal fisco”.
L’analisi di Bortolussi prosegue anche sul fronte degli effetti economici di questo provvedimento: “visto che per il 2013 il gettito previsto dall’applicazione del redditometro si attesterà attorno agli 815 milioni di euro, 715 attraverso l’autotassazione e gli altri 100 dall’attività accertativa, questo bottino peserà mediamente su ciascun contribuente quasi 20 euro, consentendo di recuperare lo 0,7% dell’evasione totale che, ricordo, è stimata attorno ai 120 miliardi di euro all’anno. Pertanto, nel 2013 il fisco recupererà solo pochi spiccioli”. Il tutto nonostante l’ingente sforzo di mezzi e di risorse messo in atto dagli organismi accertatori.
La nuova circolare firmata dall’Agenzia delle Entrate, con la quale vengono puntualizzare le linee operative per l’applicazione del nuovo redditometro, precisa che saranno selezionati solo i contribuenti che presentano scostamenti significativi tra reddito il dichiarato e la capacità di spesa manifestata sulla base di acquisti certi. Nella prima fase verranno considerati solo elementi certi (spese conosciute dall’amministrazione, spese stimate per il mantenimento di beni posseduti dal contribuente, gli incrementi patrimoniali e il risparmio formato nell’anno). In virtù della convenzione annuale sottoscritta con il Ministero dell’Economia, con il redditometro l’Agenzia delle Entrate dovrà effettuare ogni anno circa 35.000 controlli. Il fisco ha assicurato che non verranno considerati scostamenti inferiori a 12.000 euro, pertanto pare di capire che l’azione sarà indirizzata su persone che presentano situazioni di evasione molto pesanti. Inoltre, sottolinea la Cgia, in questa prima fase non verranno considerate le medie di consumi misurate dall’ISTAT: quest’ultime entreranno in gioco solo se il contribuente selezionato non fornirà prove credibili in grado di giustificare l’entità dello scostamento tra le spese sostenute e la sua capacità di reddito.