Tra luglio e settembre il Registro delle imprese delle Camere di commercio ha registrato complessivamente un saldo attivo di 15.227 nuove attività economiche, frutto di 62.599 nuove iscrizioni e 47.372 cessazioni. E’ quanto emerge da Movimprese, l’analisi trimestrale condotta da Unioncamere e InfoCamere.
Il contributo dell’artigianato al saldo generale è stato di 1.153 unità come differenza tra 16.459 nuove imprese artigiane nel trimestre e 15.306 che, nello stesso periodo, hanno cessato di operare. L’estate 2024 – evidenzia la nota di Unioncamere e InfoCamere – ha portato segnali di fiducia per il sistema imprenditoriale italiano, ma non mancano le ombre.
Da un lato, i settori dei servizi professionali e del turismo mostrano una dinamica significativa, dall’altro, commercio e manifattura restano al palo come l’artigianato, in cui cresce la componente delle costruzioni, ma arretra quella manufatturiera.
Nonostante il saldo positivo delle nuove attività, il trimestre riflette una vitalità contenuta del sistema imprenditoriale. Il risultato si colloca al di sotto della media degli ultimi dieci anni, con un incremento sia delle nuove aperture che delle cessazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, evidenzia l’analisi.
Il tasso di crescita nazionale si attesta stabilmente allo 0,26%, senza variazioni significative rispetto al 2023, mentre quello delle imprese artigiane (+0,09%) segnala un arretramento (dal +0,22%).
Dal punto di vista territoriale, si evidenzia una crescita diffusa dele nuove attività con tutte le regioni e macro–aree del Paese in attivo. La Lombardia si conferma la regione più dinamica, registrando il saldo più elevato tra iscrizioni e cessazioni, con 3.322 nuove imprese e un tasso di crescita stabile allo 0,35%. Milano e Roma continuano a mantenere un ruolo di primo piano con performance positive rispettivamente dello 0,46 e 0,44%. Tra le province spiccano Rieti, Latina e Frosinone, che si collocano come le più performanti in termini di tasso di crescita (rispettivamente +1,44%, +0,59% e +0,50%).
Il settore delle costruzioni continua a registrare il saldo più alto in valore assoluto (+3.841 imprese), sebbene con un tasso di crescita leggermente inferiore rispetto al 2023. Anche le attività professionali (+1,09%), i servizi alle imprese (+0,79%) e il turismo (+0,65%) confermano il loro ruolo chiave nel sostenere la crescita della base imprenditoriale. In particolare, il comparto dell’alloggio e ristorazione ha beneficiato della stagione estiva, registrando un saldo positivo di +3.000 unità (+0,65%) mentre commercio e manifattura segnalano saldi tra aperture e chiusure statisticamente prossimi allo zero.
L’impresa individuale rimane la scelta predominante per i nuovi imprenditori. Si conferma la preferenza dei neo-imprenditori verso la costituzione di nuove imprese sotto forma di società di capitali. Prosegue, infine, il declino dell’appeal delle società di persone. Quanto alle imprese artigiane, il bilancio anagrafico dell’estate 2024 evidenzia come persista la fase di difficoltà, con un saldo positivo di poco superiore a 1.000 unità, il valore più basso degli ultimi cinque anni e un tasso di crescita fermo allo 0,09%, ben al di sotto dello 0,22% registrato 12 mesi fa.
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