Mutui casa, il taglio dei tassi Bce ha rilanciato la domanda

La domanda di credito delle imprese invece cala di 15 mld nella seconda metà del 2024. Gli impieghi ai privati dal 2021 crollati di ben 61 mld.

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Il taglio dei tassi d’interesse deciso dalla Bce fa ripartire la domanda di mutui casa: negli ultimi sei mesi, secondo l’indagine della Fabi, la Federazione autonoma dei bancari italiani, i prestiti per la casa sono aumentati di 4,4 miliardi di euro, in crescita dell’1% dai 420,8 miliardi di maggio ai 425,1 miliardi di novembre.

L’ultima parte del 2024, dunque, segna l’inversione di tendenza per il credito bancario destinato all’acquisto di abitazioni: nei primi cinque mesi dello scorso anno, infatti, l’ammontare dei finanziamenti per mutui casa era calato di quasi 4 miliardi (-0,9%). Un recupero abbondante che coincide con il cambio di passo della politica monetaria e il costo del denaro portato, in più riunioni dell’Eurotower, fino al 3% deliberato a dicembre.

Ma se le famiglie cominciano a ottenere più ossigeno per investire sul mattone e sul fronte del credito al consumo (con cui si acquistano a rate vari beni e servizi), salito di quasi 3 miliardi (+2,4%), da 123 a 125,9 miliardi, si registra una sforbiciata del 3,3% ai prestiti personali (quelli erogati senza una specifica finalità), passati da 120,5 miliardi a 116,5 miliardi.

Quadro negativo, invece, per le imprese: con l’eccezione di 2,3 miliardi in più (+1,5%) per i prestiti a medio termine, cioè fino a 5 anni, le aziende devono fare i conti con un taglio di 15,4 miliardi (-4,9%) per i finanziamenti di lungo periodo, scesi da 313,9 miliardi a 298,5 miliardi, e di altri 2 miliardi (-1,5%) per quelli di breve periodo (fino a 1 anno), diminuiti da 141,4 miliardi a 139,3 miliardi: in totale, lo stock degli impieghi all’imprenditoria è sceso di 15,1 miliardi (-2,5%), da 612,6 miliardi a 597,4 miliardi. L’effetto della politica monetaria della Banca centrale europea, misurato da fine 2021, si traduce in una contrazione complessiva del credito ai privati di quasi 61 miliardi (-4,6%) da 1.325,9 miliardi a 1.265 miliardi.

Il confronto tra i dati di novembre 2024 e maggio dello stesso anno offre una panoramica non omogenea sulle dinamiche dei prestiti delle banche al settore privato in Italia: segnali di crescita sul fronte delle famiglie, ma calo pesante nei finanziamenti per le imprese, specie quelli a lungo termine, con il quadro complessivo del credito bancario in contrazione. Guardando al totale generale, che include famiglie e imprese, il volume complessivo dei prestiti, infatti, si riduce dai 1.277,0 miliardi di maggio ai 1.265,1 miliardi di novembre. La riduzione, pari a 11,9 miliardi (-0,9%), è attribuibile, come accennato, quasi interamente al calo del credito destinato alle imprese, che non è stato compensato dalla modesta crescita registrata tra le famiglie.

 

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