Nel 2014 la Cgia prevede una vendita di oltre 71.600.000 ore di lavoro: interessato un milione di persone. Commercio, ristorazione/turismo e servizi i settori più interessati
Casalinghe, pensionati, badanti, studenti, disoccupati e “dopolavorisiti” sono le categorie che usufruiscono dei cosiddetti voucher, ovvero la possibilità di essere “assunti” per qualche ora da un committente venendo retribuiti attraverso l’utilizzo di un “buono- lavoro” di 10 euro lordi all’ora (pari a 7,5 euro netti).
Dal 2012, anno in cui questo strumento è stato esteso a tutti i settori economici, il ricorso è più che triplicato: da poco più di 23.800.000 ore utilizzate due anni fa si è passati a 71.600.000 ore previste per l’anno in corso.
Analizzando l’andamento dei lavoratori interessati, si scopre che nel 2012 sono state coinvolte poco più di 366.000 persone, mentre quest’anno ne sono previste più di un milione. Anche in questo caso il fenomeno è triplicato. E’ proprio il caso di dire che i cosiddetti “mini-jobs” stanno conoscendo anche in Italia un vero e proprio boom.
«Grazie all’introduzione di questa formula – segnala il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi – è stato possibile far emergere una quota di sommerso che altrimenti sarebbe stata difficile da contrastare. Ora, anche i lavoretti saltuari sono tutelati. In più, chi viene assunto per poche ore con questi buoni può menzionare nel suo curriculum questa esperienza. Inoltre, per limitare l’utilizzo improprio di questi buoni, il legislatore ha stabilito che ognuno di questi deve essere orario, datato e numerato progressivamente. Tuttavia, la possibilità di aggirare la norma non manca: purtroppo, questa possibilità è presente in qualsiasi caso, figuriamoci quando si tratta di un accordo che, come in questa fattispecie, è di natura verbale».
Questi voucher, prosegue la Cgia, rappresentano un sistema di pagamento che i datori di lavoro/committenti possono utilizzare per remunerare quelle prestazioni svolte al di fuori di un normale contratto di lavoro, garantendo al prestatore d’opera la copertura previdenziale presso l’Inps e quella assicurativa presso l’Inail. Sia per l’imprenditore sia per il lavoratore la legge stabilisce degli importi annui limite oltre ai quali l’utilizzo dei voucher non è più consentito. Viene garantita la copertura previdenziale presso l’INPS e quella assicurativa presso l’INAIL, per il 2014, nei limiti di 5.050 euro netti (6.740 euro lordi) per prestatore, con riferimento alla totalità di committenti, nel corso di un anno solare o, nel caso di prestatori che percepiscono misure di sostegno al reddito, di 3.000 euro netti (4.000 euro lordi) complessive nell’anno solare. Nel caso di committente imprenditore commerciale o libero professionista, il limite economico diventa per il 2014, di 2.020 euro netti (pari a 2.690 euro lordi) per ciascun committente sempre nel limite complessivo di 5.050 euro. I “buoni lavoro” hanno un valore di 10 euro ciascuno, che comprende la contribuzione in favore della Gestione separata dell’Inps (13%), l’assicurazione all’Inail (7%) e un compenso all’INPS per la gestione del servizio. Il valore netto a favore del prestatore è di 7,50 euro. Prima dell’inizio dell’attività di lavoro accessorio (anche il giorno stesso purché prima dell’inizio della prestazione), il committente deve effettuare la comunicazione di inizio prestazione all’INPS (valida anche ai fini INAIL).
Lo scarto tra il numero dei voucher utilizzati e quelli venduti si sta assottigliando sempre di più: se nel 2013 l’incidenza dei primi sui secondi era dell’88,5%, per l’anno in corso la stessa sale al 93,8%. Nel 2013, ultimo anno in cui sono disponibili i dati ufficiali, i settori maggiormente interessati dall’utilizzo di questi “buoni-lavoro” sono stati il commercio (25,2% del totale dei lavoratori coinvolti), il turismo/ristorazione (17,6%), e i servizi (13,6%). Resta comunque molto elevato l’uso dei voucher anche nelle restanti attività (19,5%): ovvero il settore manifatturiero.
E’ la seconda parte dell’anno il periodo dove il “consumo” dei voucher è maggiore: le attività stagionali collegate alle vacanze estive, l’agricoltura e i settori economici legati al periodo natalizio fanno aumentare notevolmente negli ultimi 6 mesi dell’anno il ricorso ai “mini-jobs”. A livello territoriale, è il NordEst il principale utilizzatore: l’anno scorso sono stati venduti oltre il 40% del totale nazionale dei “buoni”: il 28,5% nel Nordovest, il 16,6% nel Centro e il 14,8% nel Sud e nelle Isole.
Dinamica del numero dei voucher venduti dal 2008 al 2013 e stima per il 2014*
Elaborazioni e stime Ufficio Studi CGIA su dati INPS
Anno |
Voucher venduti |
Totale |
|
Gennaio – giugno* |
Luglio – dicembre* |
||
2008 |
– |
535.985 |
535.985 |
2009 |
248.407 |
2.500.000 |
2.748.407 |
2010 |
3.551.487 |
6.150.000 |
9.701.487 |
2011 |
6.450.518 |
8.900.000 |
15.350.518 |
2012 |
10.522.868 |
13.300.000 |
23.822.868 |
2013 |
15.396.778 |
25.400.000 |
40.796.778 |
2014* |
28.568.834 |
43.031.899 |
71.600.733 |
Elaborazioni e stime Ufficio Studi CGIA su dati INPS
* La suddivisione dei voucher venduti nei due periodi gennaio-giugno e luglio-dicembre dal 2008 al 2013 è stimata sulla base dei dati ufficiali annuali e delle indicazioni riportate nel rapporto annuale 2013 dell’INPS. La stima per il periodo luglio-dicembre del 2014 è stata ottenuta, noto il numero di voucher venduti da gennaio a giugno 2014, applicando le tendenza medie che si sono realizzate nella seconda metà dell’anno dal 2010 (anno in cui i volumi dei voucher venduti iniziano ad essere consistenti) al 2013, da cui si desume che mediamente vengono venduti poco meno di una volta e mezza i voucher della prima parte dell’anno.
Stima dei voucher acquistati dalle aziende e lavoratori che ne usufruiranno nel 2014 e confronto col 2013
2014 (stima)* |
2013 |
Var. % 2013 / 2014 |
|
Voucher venduti |
71.600.733 |
40.796.778 |
+75,5 |
Voucher riscossi |
67.192.803 |
36.129.307 |
+86,0 |
Numero lavoratori |
1.071.238 |
614.991 |
+74,2 |
Elaborazioni e stime Ufficio Studi CGIA su dati INPS
* I dati sui voucher riscossi e sul numero di lavoratori sono disponibili fino al 2013. Per stimare i voucher riscossi nel 2014 è stato applicato il tasso medio di riscossione che si è verificato dal 2010 al 2013, pari al 94%. Per stimare il numero di lavoratori nel 2014 è stata utilizzata la media dei voucher riscossi da ogni lavoratore dal 2010 al 2013, pari a 62,7.
Voucher venduti nel 2013 e nel periodo gennaio-giugno 2014 per regione e variazione rispetto al 2012
Regione / Area |
Voucher venduti 2013 |
Var. % su 2012 |
Voucher venduti gen-giu 2014 |
||
Numero |
Incidenza % sul totale |
Numero |
Quota % rispetto a tutto il 2013 |
||
Piemonte |
3.673.331 |
9,0 |
+51,6 |
2.434.389 |
66,3 |
Valle d’Aosta |
141.280 |
0,3 |
+125,3 |
111.529 |
78,9 |
Liguria |
1.058.297 |
2,6 |
+112,3 |
863.610 |
81,6 |
Lombardia |
6.749.875 |
16,5 |
+73,0 |
4.908.913 |
72,7 |
Trentino Alto Adige |
2.874.402 |
7,0 |
+58,4 |
1.436.435 |
50,0 |
Veneto |
5.883.558 |
14,4 |
+81,7 |
4.024.536 |
68,4 |
Friuli Venezia Giulia |
2.735.413 |
6,7 |
+38,0 |
1.685.824 |
61,6 |
Emilia Romagna |
4.855.933 |
11,9 |
+82,7 |
3.626.393 |
74,7 |
Toscana |
2.411.184 |
5,9 |
+65,9 |
1.852.785 |
76,8 |
Umbria |
682.590 |
1,7 |
+67,5 |
485.558 |
71,1 |
Marche |
1.666.729 |
4,1 |
+82,6 |
1.288.888 |
77,3 |
Lazio |
2.020.937 |
5,0 |
+40,2 |
1.330.956 |
65,9 |
Abruzzo |
796.099 |
2,0 |
+77,9 |
557.172 |
70,0 |
Molise |
159.659 |
0,4 |
+54,2 |
120.663 |
75,6 |
Campania |
927.488 |
2,3 |
+72,8 |
708.698 |
76,4 |
Puglia |
1.344.364 |
3,3 |
+121,5 |
1.183.028 |
88,0 |
Basilicata |
297.383 |
0,7 |
+139,2 |
201.904 |
67,9 |
Calabria |
481.645 |
1,2 |
+119,1 |
339.176 |
70,4 |
Sicilia |
849.053 |
2,1 |
+67,3 |
587.137 |
69,2 |
Sardegna |
1.187.558 |
2,9 |
+118,9 |
821.240 |
69,2 |
NordOvest |
11.622.783 |
28,5 |
+68,8 |
8.318.441 |
71,6 |
NordEst |
16.349.306 |
40,1 |
+68,7 |
10.773.188 |
65,9 |
Centro |
6.781.440 |
16,6 |
+60,9 |
4.958.187 |
73,1 |
Sud-Isole |
6.043.249 |
14,8 |
+95,7 |
4.519.018 |
74,8 |
Totale |
40.796.778 |
100,0 |
+70,8 |
28.568.834 |
70,0 |
Elaborazioni Ufficio Studi CGIA su dati INPS
Prestatori di lavoro occasionale accessorio dal 2008 al 2014* e voucher riscossi
Anno |
Numero lavoratori |
Voucher riscossi |
||
Totali |
Var. % su anno precedente |
Numero |
Var. % su anno precedente |
|
2008 |
24.755 |
– |
480.239 |
– |
2009 |
68.396 |
+176,3 |
2.649.337 |
+451,7 |
2010 |
149.555 |
+118,7 |
9.189.608 |
+246,9 |
2011 |
216.201 |
+44,6 |
14.871.436 |
+61,8 |
2012 |
366.328 |
+69,4 |
22.682.461 |
+52,5 |
2013 |
614.991 |
+67,9 |
36.129.307 |
+59,3 |
2014* |
1.071.238 |
+74,2 |
67.192.803 |
+86,0 |
Elaborazioni Ufficio Studi CGIA su dati INPS
* Stime
Prestatori di lavoro occasionale accessorio e voucher riscossi per attività di impiego nel 2013
Attività di impiego |
2013 |
||
Numero lavoratori |
% sul totale |
Voucher riscossi |
|
Attività agricola |
52.867 |
8,6 |
2.094.137 |
Commercio |
154.767 |
25,2 |
7.494.353 |
Giardinaggio e pulizia |
35.610 |
5,8 |
2.801.989 |
Lavori domestici |
14.912 |
2,4 |
1.045.245 |
Manifestazioni sportive e culturali |
44.571 |
7,2 |
3.180.444 |
Servizi |
83.572 |
13,6 |
5.627.948 |
Turismo |
108.356 |
17,6 |
4.756.463 |
Restanti attività |
119.824 |
19,5 |
9.105.290 |
Totale |
614.991 |
100,0 |
36.129.307 |
Elaborazioni Ufficio Studi CGIA su dati INPS
* Il totale non coincide con la somma delle attività di impiego in quanto non sono stati riportati i dati relativi ai settori di attività non disponibili
Prestatori di lavoro occasionale accessorio e voucher riscossi per genere e classe d’età nel 2013 e variazioni percentuali rispetto al 2012
2013 |
Var. % 2012 / 2013 |
||||
Numero lavoratori |
% sul totale |
Voucher riscossi |
Numero lavoratori |
Voucher riscossi |
|
Genere |
|||||
Maschi |
308.910 |
50,2 |
18.653.589 |
54,9 |
43,6 |
Femmine |
306.081 |
49,8 |
17.475.718 |
83,4 |
80,3 |
Classe d’età |
|||||
Fino a 24 anni |
175.189 |
28,5 |
8.830.759 |
58,7 |
51,3 |
25-34 anni |
150.746 |
24,5 |
8.273.357 |
112,5 |
118,9 |
35-44 anni |
105.540 |
17,2 |
6.339.857 |
98,6 |
94,8 |
45-54 anni |
79.136 |
12,9 |
5.188.784 |
92,7 |
82,9 |
55 anni ed oltre |
104.380 |
17,0 |
7.496.550 |
15,0 |
7,5 |
Elaborazioni Ufficio Studi CGIA su dati INPS
Breve nota tecnica sui voucher
Dopo una fase iniziale di sperimentazione (iniziata ad agosto 2008 nell’ambito delle vendemmie) è ormai sempre più diffuso, sull’intero territorio nazionale, l’utilizzo delle prestazioni di lavoro di tipo accessorio, previste dagli articoli 70-74 D. Lgs. 276/2003 e successive modificazioni, pagate con “buoni lavoro”, detti voucher. A seguito della riforma Fornero – L. 92/2012 – è stata modificata la regolamentazione di tali prestazioni il cui ambito di utilizzo è stato esteso a tutti i settori.
I buoni lavoro (o voucher) rappresentano un sistema di pagamento che i datori di lavoro (committenti) possono utilizzare per remunerare quelle prestazioni svolte al di fuori di un normale contratto di lavoro.
Viene garantita la copertura previdenziale presso l’INPS e quella assicurativa presso l’INAIL, per il 2014, nei limiti di 5.050 euro nette (6.740 € lorde) per prestatore, con riferimento alla totalità di committenti, nel corso di un anno solare o, nel caso di prestatori che percepiscono misure di sostegno al reddito, di 3.000 euro nette (4.000 € lorde) complessive nell’anno solare. Nel caso di committente imprenditore commerciale o libero professionista, il limite economico diventa per il 2014, di 2.020 euro nette (pari a 2.690 € lorde) per ciascun committente sempre nel limite complessivo di € 5.050.
I “buoni lavoro” hanno un valore di 10 euro ciascuno, che comprende la contribuzione in favore della Gestione separata dell’Inps (13%), l’assicurazione all’Inail (7%) e un compenso all’INPS per la gestione del servizio. Il valore netto a favore del prestatore è di 7,50 euro.
Il voucher da 10 euro corrisponde al compenso minimo di un’ora di prestazione, salvo che per il settore agricolo, dove, in ragione della sua specificità, si considera il contratto di riferimento.
E’ possibile utilizzare i buoni lavoro in tutti i settori di attività e per tutte le categorie di prestatori (con alcune eccezioni per il lavoro agricolo) e fino a 24 mesi dal loro acquisto.
Prima dell’inizio dell’attività di lavoro accessorio (anche il giorno stesso purché prima dell’inizio della prestazione), il committente deve effettuare la comunicazione di inizio prestazione all’INPS (valida anche ai fini INAIL).
Mestre 20 dicembre 2014