Bene la produzione europea, specie di lusso. Grande avanzata dei marchi orientali. “Dieselgate”: la California boccia la soluzione Vw per la bonifica del motore 3.0 V6 Tdi
Trentaquattro mesi vissuti all’insegna del continuo rialzo per il mercato automobilistico continentale, tanto da recuperare i livelli del 2007, vigilia della grande crisi economica. Nel mese di giugno, le immatricolazioni nell’Unione e nei Paesi Efta sono state 1.507.303, per un incremento del 6,5% rispetto a un anno fa. Il bilancio del primo semestre chiude a quota 8.090.870 consegne (+9,1% rispetto al 2015).
Tra i principali mercati, l’Italia si conferma in testa alla crescita con 165.208 immatricolazioni (+11,9%), seguita dalla Spagna (123.790, +11,2%) e dalla Germania (339.563, +8,3%). Stabile la Francia (227.353 unità, +0,8%), e Regno Unito (255.766, -0,8%).
Quanto alle marche dei costruttori, giugno ha fatto registrare dati positivi per quasi tutte le Case. Tra i grandi gruppi emerge il dato di Renault con la crescita più alta tra le Case registrando 181.359 immatricolazioni (+19,9%) e una quota di mercato passata dal 10,7 al 12%. Per quanto riguarda i marchi, la Renault ha consegnato 135.107 vetture (+21,2%), mentre Dacia è arrivata a quota 46.252 (+16,3%). FCA ha immatricolato 98.680 vetture (+12,9%), incrementando la quota di mercato dal 6,2 al 6,5%: 75.609 sono Fiat (+13,9%), 9.883 Jeep (+16,2%) e 6.690 Alfa Romeo (con un ottimo +22,4%, grazie alla Giulia), mentre Lancia/Chrysler registra un calo con 5.767 unità (-9,3%).
Il gruppo Volkswagen ha perso quote di mercato (passate dal 24,4% al 23,2), registrando 349.180 immatricolazioni (+1%). Quanto ai marchi del Gruppo, Volkswagen ha venduto 166.080 unità (-0,6%), mentre Audi è stabile con 75.443 vetture (28 in più rispetto all’anno scorso). In calo Seat (34.642, -2,3%) e Porsche (6.245, -2,6%). Risultato positivo per Skoda con 66.303 unità (+8,6%).
Ottimo risultato della Daimler (91.289 immatricolazioni, +16,1%), che fa crescere la quota di mercato dal 5,6 al 6,1%: a giugno, sono state vendute 80.781 Mercedes-Benz (+16,1%) e 10.508 Smart (+15,8%). Bene anche il Gruppo BMW con 106.527 consegne (+15,7%), aumentando la propria quota di mercato dal 6,5 al 7,1%. BMW ha venduto 82.466 unità (+14,6%) e Mini 24.061 (+19,9%).
Il gruppo Jaguar-Land Rover ha totalizzato 18.582 consegne (+13,4%), mantenendo invariata la quota di mercato dell’1,2%. Jaguar ha conseguito 6.649 immatricolazioni (+63,5%), mentre Land Rover mostra un leggero calo (11.933, -3,1%). In crescita le quote di Volvo (dall’1,9% al 2) e le immatricolazioni (29.516, +10,2%).
Giugno ha visto il calo del Gruppo PSA: i francesi hanno registrato 150.678 immatricolazioni (-1,1%), perdendo quote di mercato (dal 10,8 al 10%). Peugeot è in attivo con 85.940 auto (+0,7%), Citroën cede il 2,7% con 57.069 vetture e DS scende a 7.669 unità (-8,2%). Con 102.790 immatricolazioni (+0,3%) il gruppo Opel perde quote di mercato (dal 7,2 al 6,8%), mentre Ford registra un calo sia di immatricolazioni (102.053, -1,1%) sia di quote (dal 7,3 al 6,8%).
Costruttori asiatici in gran spolvero. Il Gruppo Toyota ha venduto 55.321 vetture (+6,7%), mantenendo la propria quota di mercato (3,9%): Toyota ha immatricolato 54.997 auto (+5,5%), mentre Lexus è in piena crescita con 4.003 vetture (+24,5%). Deciso segno più anche per Hyundai (47.755 auto, +12,7% e quota dal 3 al 3,4%), Kia (41.346, +13,9% e quota dal 2,6 al 2,7%), Mazda (23.008, +21,5% e quota dall’1,3 all’1,5%), Suzuki (19.069, +17,6% e quota dall’1,1 all’1,3%) e Honda (14.606, +39,1% e quota dallo 0,7 all’1%). Segno negativo per Nissan (51.863 auto, -2,9% e quota dal 3,8 al 3,4%) e Mitsubishi (10.389, -19,7% e quota dallo 0,9 allo 0,7%), colpita in Giappone dallo scandalo dei consumi.
Sul fronte del “Dieselgate” c’è da registrare la bocciatura della soluzione proposta dal gruppo Volkswagen per la bonifica del motore 3.0 V6 TDI, 85.000 propulsori montati da Volkswagen, Audi e Porsche che il California Air Resources Board (Carb) ritiene «incompleto, sostanzialmente inadeguato e incapace di soddisfare i requisiti legali per il ripristino dei veicoli».
Secondo gli avvocati di Volkswagen, la soluzione era ormai vicina, grazie a un intervento “semplice” e senza conseguenze sul fronte delle prestazioni. Il Carb, invece, ha rimandato ogni decisione «almeno fino a dicembre»: se le modifiche non saranno possibili, ha spiegato il Carb, Volkswagen dovrà procedere con il riacquisto dei veicoli.
I modelli coinvolti. Negli Stati Uniti, la strada dei V6 sarà dunque più tortuosa di quella dei 475 mila motori 2.0 TDI, per cui il Costruttore tedesco ha appena raggiunto un accordo da 14,7 miliardi di dollari. I motori da 3.0 litri sotto inchiesta sono 85.000, di cui circa 15.000 circolanti in California: le vetture interessate sono la Touareg (2009-2016), la Cayenne (2013-2016) e i “model year” 2014-2016 delle Audi A6, A7 quattro, A8, A8L e Q5, cui si aggiungono le Q7 “model year” 2009-2016.