Macchine utensili: l’Ucimu taglia le stime sulla produzione 2024

Crolla la domanda interna -6,2%, mentre cresce l'export.

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Macchine utensili economia bolognese

Ucimu taglia le previsioni sulla produzione di macchine utensili, robot, automazione e tecnologie ausiliarie della manifattura italiana alla luce delle indicazioni del mercato degli ultimi mesi, dopo un 2023 mediamente positivo per le imprese del comparto.

Secondo le previsioni del centro studi di Ucimu, l’associazione che rappresenta le aziende del settore, nel 2024 la produzione di macchine utensili calerà del 6,2%, a 7,1 miliardi di euro. L’export manterrà un buon passo crescendo ancora e attestandosi a 4,4 miliardi, il 4,4% in più rispetto al 2023. Sul risultato complessivo della produzione italiana di settore pesa la grande debolezza del consumo interno che, secondo le stime appena rielaborate, dovrebbe ridursi, del 25,9%, a 4,3 miliardi, impattando sulle consegne dei costruttori italiani, che si fermeranno a 2,7 miliardi (-19,5%), e sulle importazioni (-34,8%).

Del resto, come emerge da una prima anticipazione dei dati elaborati da Oxford Economics per l’autunno, il 2024 si conferma anno complicato per l’industria mondiale di settore ma la ripresa è prevista già nel 2025. Il 2024 si chiuderà con un calo della domanda mondiale di macchine utensili, del 6,4%, a 68,1 miliardi di euro.

Nel 2025 è prevista un’inversione di tendenza che dovrebbe concretizzarsi in un incremento dell’8% del consumo fino a raggiungere i 73,6 miliardi. Il trend dovrebbe proseguire anche nel 2026 quando l’incremento dovrebbe essere del 6,7%. In questo contesto di recupero, l’Italia mostrerà una forte capacità di ripresa. Dopo il calo del 2024, l’anno prossimo assisteremo ad un rimbalzo importante della domanda di investimenti in nuove tecnologie di produzione da parte degli utilizzatori italiani, pari al 17,5%. ll trend positivo dovrebbe continuare anche nel 2026 sebbene con ritmo più contenuto (+ 4,2%).

Riccardo Rosa, presidente di Ucimu. ha spiegato che «oggi le aziende italiane che intendono fare investimenti in nuove tecnologie di produzione hanno a disposizione due provvedimenti alternativiTransizione 4.0” e “Transizione 5.0” decisamente interessanti e le risorse sono importanti. Il 5.0 arriva dopo una lunga ed “estenuante” attesa e sappiamo che l’effetto non potrà essere così diffuso come quello del 4.0 perché prevede regole e iter completamente differenti, i tempi di utilizzo sono stretti (scadenza 31 dicembre 2025) e l’obiettivo del provvedimento è, in effetti, quello di premiare le aziende che sono pronte a lavorare sul risparmio energetico».

 

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