Nei primi 9 mesi del 2016 cedute 495.000 macchine. In Italia 7.551 mezzi. Nel prossimo biennio stimata una crescita del 38%
Nei primi nove mesi del 2016, nel mondo sono state vendute 496.000 macchine movimento terra, 5.000 in meno (-1%) rispetto allo stesso periodo del 2015. La flessione riguarda soprattutto il primo trimestre, mentre nei mesi seguenti si nota una maggiore stabilizzazione complessiva. Da gennaio a settembre si distinguono i mercati emergenti di Cina (+8%) e India (+31%) e la buona performance dell’Europa occidentale (+11%). Battuta d’arresto, invece, per Nord America (-3%) e Giappone (-24%).
A certificare l’andamento delle vendite in termini di unità è l’Outlook SaMoTer-Veronafiere, l’osservatorio sul settore construction realizzato in collaborazione con Prometeia – azienda di consulenza e ricerca economica internazionale – e con il contributo informativo di Unacea, l’associazione delle aziende italiane di macchine e attrezzature per costruzioni.
Per quanto riguarda il dettaglio dell’andamento europeo, da gennaio ad agosto, Francia (+42%) e Italia (+32%) mostrano incrementi di vendite a doppia cifra; bene anche Belgio (+14%), Germania (+14%) e Spagna (+10%). Segno meno per il Regno Unito post “Brexit”, in calo del 12%.
In particolare, con undici trimestri consecutivi d’incremento, l’Italia consolida la ripresa che tuttavia deve ancora recuperare le perdite di un settore che a seguito della crisi economica del 2008 ha subito una contrazione di oltre l’80%. Nel Paese i contributi più rilevanti sono arrivati dalle vendite di miniescavatori e sollevatori telescopici. Una tendenza che trova riscontro anche a livello a mondiale, con le vendite globali di miniescavatori in crescita del 5% e una quota di mercato che ormai ha raggiunto il 23%, di poco inferiore a quella degli escavatori cingolati (24%).
Le proiezioni del centro studi Prometeia per l’Osservatorio SaMoTer-Veronafiere stimano una leggera ripresa (+2%) nell’ultimo trimestre, che dovrebbe assestare a 625.000 unità (-0,4%) il totale delle macchine movimento terra vendute a livello globale. Una stagnazione di mercato dovuta anche al ridimensionamento degli investimenti nel settore costruzioni e quindi della propensione all’acquisto di nuovi macchinari. A fine anno sarà l’Europa occidentale a fornire il contributo più rilevante alla domanda mondiale di macchine e tecnologie, risalendo al 26,6% delle quote del mercato mondiale dopo il minino toccato nel 2010 con il 18,8 per cento. Dopo 5 anni di calo torna a salire anche la quota della Cina che dovrebbe chiudere l’anno al 13,6%, restando tuttavia ben lontana dal picco del 35% raggiunto nel 2010.
Secondo le stime del rapporto, il prossimo sarà un biennio positivo per le vendite di macchine movimento terra a livello mondiale, con un ritorno alla propensione delle aziende ad investire più in linea con la media storica: un trend che dovrebbe consentire di raggiungere le 863.000 unità nel 2018, con una variazione del +38% sul 2016. Tra i mercati emergenti, nel biennio si distingueranno quelli dell’America Latina (+61%), Europa centro-orientale (+55%), India (+33%) e Cina (+27%). Tra quelli “maturi”, in crescita Giappone (+57%), Nord America (+53%) ed Europa occidentale (+12%). In questo quadro l’Italia delle macchine movimento terra continua il lungo il percorso di recupero avviato nel 2014 e toccherà le 15.600 unità vendute nel 2018, in aumento del 37% sul 2016 e con una quota di mercato del 10% a livello europeo.
Correlato direttamente al settore delle macchine movimento terra è l’andamento del mercato delle costruzioni che nel 2016 stabilizza il ritmo di espansione intorno al 2%. Nel prossimo biennio (2017-2018), l’Osservatorio SaMoTer-Veronafiere stima una dinamica degli investimenti tendente a tornare su tassi di crescita superiori al 3%, grazie al ruolo trainante dell’India. Molto dinamica la situazione negli Stati Uniti, con la nuova presidenza targata Trump che progetta un maxi piano di investimenti in infrastrutture pari ad 1 trilione (1.000 miliardi) di dollari che potrebbe contribuire ad una ulteriore espansione. Buone prospettive tra il 2017 e il 2018 per l’Europa centrale grazie al comparto residenziale e alle opere del genio civile legate ai fondi EU. In Russia ci sarà una graduale uscita dalla recessione guidata dai nuovi cantieri per le infrastrutture mentre in Cina si assisterà ad un rallentamento strutturale nell’edilizia, causato dai rischi della bolla creditizia.
Ritorno ad una dinamica positiva anche per le costruzioni in Italia, con una progressione costante degli investimenti in edilizia non residenziale e genio civile: le previsioni a consuntivo, rispetto ai 133,7 miliardi di euro nel 2015, danno un incremento dell’1% nel 2016, dell’1,6% nel 2017 e dell’1,8% nel 2018.