Dopo due anni di pandemia, in cui il numero di operazioni di acquisizione e finanziamento nel settore della distribuzione commerciale ha subìto una battuta d’arresto, passando dalle 33 operazioni del 2019 ai 19 del 2020(-42%), il 2021 ha ripreso a correre e ha messo a segno 45 nuove operazioni (+36% vs 2019), pari a un ammontare investito di 557 milioni di euro.
Se il 2021 è stato l’anno record anche come peso sul totale delle operazioni d’investimento nella distribuzione commerciale con il 7% di quota sul numero degli investimenti, il 2019 ha fatto segnare il 9% di quota, drasticamente calato al 4% nel 2020. Nel primo trimestre 2022 sono state annunciate 81 nuove operazioni (72 nello stesso periodo 2021), di cui 5 nella distribuzione commerciale dove si registrano Fra Diavolo e Gruppo Landoll (Nashi Argan) associati Confimprese (dati Pem-Private equity monitor).
Gli associati Confimprese attualmente partecipati da fondi sono 13 rappresentativi di 41 marchi commerciali. La ristorazione è predominante con 8 aziende partecipate, seguono abbigliamento con 3 e cura persona/servizi con 2. In totale rappresentano un fatturato di circa 1 miliardo di euro e sono, nella ristorazione, Alice Pizza, Rossopomodoro, Cigierre, La Piadineria, Cioccolati Italiani, My Chef, Dispensa Emilia, Forno D’Asolo. Nell’abbigliamento Conbipel, Pittarosso e Velasca. Nella cura persona/servizi Gruppo Landoll e Facile.it.
Dal 2015 al 2021 sono 165 le operazioni realizzate nel settore commerciale con un ammontare investito di 1,668 miliardi di euro su un totale mercato di 2.829 investimenti e 56 miliardi di investimenti (dati Aifi-Pwc). Sono dati che inducono gli investitori a considerare le imprese commerciali come potenziali obiettivi di investimento, a cui è necessario fornire capitali e competenze utili a sostenerne lo sviluppo di multicanalità o di servizi da integrare alla proposta tradizionale, per cogliere le potenzialità che possono esprimere e sfruttare l’attuale rallentamento dei protagonisti dell’online, che deve comunque essere interpretato come una leva di affari e non come una minaccia.
«C’è un rapporto sinergico tra finanza e distribuzione commerciale, con la prima che fornisce le risorse necessarie per stimolare la crescita in Italia e all’estero delle reti commerciali – spiega Mario Resca, presidente Confimprese -. L’asset vincente che può orientare l’investimento verso operazioni nel settore è la capacità dei distributori commerciali di abbinare lo sviluppo della rete fisica alla proposta di e-commerce con strategie in grado di integrare servizi alla semplice rivendita di prodotti. Anche settori, in cui il punto di somministrazione fisico sembrava imprescindibile e centrale come la ristorazione, oggi propongono fruibilità dei propri prodotti /servizi sia in loco sia con formule di consegna a casa».
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