La burocrazia ostacola crescita medie imprese

Prete: «il problema è che sono poche ma si conferma dinamismo del Sud. E’ mancata la voglia di crescere e di mettersi in gioco vista nel Veneto».

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burocrazia Unioncamere
Andrea Prete, presidente di Unioncamere.

La burocrazia è la palla al piede dell’economia italiana, come denuncia anche il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, secondo cui «i dati confermano un interessante dinamismo del Sud che va sostenuto, anche incoraggiando il cammino intrapreso dalle medie imprese che si stanno rivelando un importante motore di sviluppo economico. Tuttavia, preoccupano l’eccesso di burocrazia che rischia di ostacolare il percorso di crescita del Mezzogiorno e le difficoltà di trovare i profili adeguati a cavalcare la complessità delle sfide dei nostri tempi».

Intervenendo alla Camera di commercio di Bari alla presentazione del rapporto “La competitività delle medie imprese del Mezzogiorno tra percezione dei rischi e strategie di innovazione”, Prete sottolinea come quasi il 50% delle medie imprese del Sud ritiene che le risorse del Pnrr possano contribuire alla crescita economica del Paese (contro il 43% delle altre), il 42,9% che siano utili per la transizione digitale (contro il 41,1%) e il 37,5% per quella green (contro il 33,7%).

Tuttavia, a causa dell’eccessiva burocrazia e delle difficoltà nell’eseguire i progetti, la metà delle medie imprese meridionali valuta che il piano nazionale non apporterà nessun vantaggio. «In media – ha osservato Prete – i numeri delle imprese meridionali che abbiamo valutato sono tendenzialmente migliori di quelle dell’altra parte del Paese. Il problema è che sono poche. Rappresentano l’11% del totale in un Mezzogiorno che ha un terzo della popolazione italiana».

Per il presidente di Unioncamere «c’è poca contaminazione rispetto ad altre realtà. Penso al Veneto che nel dopoguerra era una regione che aveva problemi non dissimili dal Mezzogiorno. Lì si è creata una contaminazione e c’è stata questa crescita impetuosa delle piccole imprese che sono nate da sé stesse. Nel Mezzogiorno c’è anche un problema di fondo culturale. Qui non c’è stata la propensione a mettersi in proprio. In molti casi si è voluto il posto fisso e questo ha determinato un po’ di divario rispetto ad altre regioni».

 

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