Cresce leggermente il reddito famiglie (+0,7%). Sale la propensione al risparmio delle famiglie scettiche sul futuro e sulla reale ripresa dell’economia
Nel terzo trimestre del 2017 la pressione fiscale è stata pari al 40,3%, in leggera riduzione dello 0,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo comunica l’Istat, aggiungendo che il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dello 0,7% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,2%.
La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è aumentata di 0,5 punti percentuali, salendo all’8,2%, rispetto al trimestre precedente e in diminuzione di 0,3 punti percentuali nei confronti dello stesso trimestre del 2016. L’aumento congiunturale della propensione al risparmio deriva da una crescita del reddito disponibile delle famiglie consumatrici più sostenuta rispetto a quella dei consumi finali (rispettivamente 0,7% e 0,2%), ma riflette anche l’incertezza circa il futuro dell’economia, preferendo accumulare piuttosto che spendere.
A confronto col trimestre precedente, il potere d’acquisto delle famiglie è aumentato dello 0,8%, grazie anche alla lieve flessione del deflatore implicito dei consumi delle famiglie (-0,1%). In termini tendenziali il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato del 2,1%, mentre il deflatore implicito dei consumi è aumentato dell’1%, determinando una crescita del potere di acquisto dell’ 1,1 per cento.
Il tasso di investimento delle famiglie consumatrici nel terzo trimestre è stato pari al 5,9%, stabile sia rispetto al trimestre precedente sia rispetto allo stesso trimestre del 2016. L’aumento degli investimenti fissi lordi (+0,2%) è risultato più contenuto di quello del reddito lordo disponibile.
Tornando al dato del leggero calo della pressione fiscale, il governo Gentiloni ha salutato il dato festeggiando, con Renzi che annuncia che nel 2018 la pressione fiscale calerà di altri 2 punti percentuali. Ancora decisamente poco, specie rispetto a quanto i governi Renzi-Gentiloni avrebbero potuto fare già nel recente passato, per portare la pressione fiscale media italiana in linea con quella queopea per ridare più capacità di acquisto e di risparmio alle famiglie e alle imprese italiane.