Banca Intesa Sanpaolo chiude il 2018 con i conti in continuo miglioramento e con risultati economici che sono i migliori dal 2007, anno d’inizio della grande crisi che non è ancora terminata.
«Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti nel 2018: nel primo anno del Piano d’Impresa, pur in un contesto più complesso del previsto, Intesa Sanpaolo ha confermato la capacità di raggiungere tutti gli obiettivi» ha detto Carlo Messina, amministratore delegato della società.
Il risultato netto è stato pari a 4,05 miliardi di euro, con una crescita – pro forma – del 6% rispetto al 2017: «si tratta del migliore risultatodal 2007 – ha detto Messina -. Proporremo all’assemblea la distribuzione di un ammontare di dividendi pari a 3,4 miliardi, con un pay out ratio dell’85%. La capacità di remunerare in maniera significativa i nostri azionisti si conferma una priorità».
Messina continua ad illustrare i risultato ottenuti da banca Intesa Sanpaolo: «nel 2018 abbiamo ulteriormente rafforzato il nostro bilanciograzie alla riduzione di 16 miliardi dello stock dei crediti deteriorati lordi. Abbiamo raggiunto questo significativo obiettivo – riportando il valore dello stock ai livelli del 2009 – senza alcun costo per i nostri azionisti. Possiamo dire di aver conseguito in un anno oltre il 60%dell’obiettivo fissato nei 4 anni del piano, aumentando al 54,5% il livello delle coperture. Ciò faciliterà l’azione di riduzione dello stock di crediti deteriorati, considerando che, attualmente, il flusso dei nuovi NPLs si colloca ai minimi storici».
«Lo scorso anno abbiamo confermato la capacità di generare una profittabilità sostenibile grazie ai risultati positivi ottenuti da tutte le divisioni della Banca – prosegue Messina -. Il nostro business model resiliente e ben diversificato ci conferma una realtà di successo nelle attività di wealth management and protection e ci consente di affrontare da una condizione di maggiore forza la volatilità dei mercati finanziari».
Il cost/income si colloca al 53,5% e conferma la banca ai vertici delle banche europee per efficienza: «è un risultato del quale siamo molto soddisfatti perché lo abbiamo raggiunto portando avanti significativi programmi di investimento nel digitale, nel wealth management e nella formazione» ha sottolineato l’amministratore delegato.
Il Common Equity Tier 1 ratio nel 2018 aumenta ulteriormente e raggiunge il 13,6% evidenziando un eccesso di 430 punti base rispetto a quanto richiesto dal Regolatore, nonostante l’impatto negativo di circa 30 punti base derivante dalla riduzione del valore dei titoli di stato in portafoglio.
Intesa Sanpaolo è fattore di accelerazione della crescita dell’economia reale del Paese: nel 2018 in Italia le erogazioni a medio e lungo termine a famiglie e imprese sono state pari a 50 miliardi di euro.
«Confermiamo la nostra capacità di lavorare a fianco di tutte le aziende in grado di superare condizioni di temporanea difficoltà: nel 2018 abbiamo aiutato circa 20.000 aziende a tornare in bonis – evidenzia Messina -, salvaguardando cosı̀ oltre 100.000 posti di lavoro. Dal 2014 il numero di queste imprese sale a 93.000: una cifra significativa considerato l’impatto positivo generato sull’occupazione – oltre 450.000 posti di lavoro – e sull’indotto».
Per Intesa Sanpaolo il concetto della creazione di valore va interpretato in una chiave ampia: secondo Messina «essere una banca tra le più solide e profittevoli in Europa significa essere il motore dell’economia sociale del nostro Paese e promuovere un grande progetto per l’inclusione economica e per la lotta alla povertà. L’ammontare dei dividendi distribuiti e tradotti in erogazioni da parte delle Fondazioni di origine bancaria nostre azioniste supera il 50% delle erogazioni effettuate da tutte le Fondazioni italiane».
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