Indice RTT di Confindustria in forte flessione a marzo 2024

I dati sul fatturato delle aziende registra cali diffusi in tutti i settori dell’economia, più accentuato nella manifattura.

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L’indice RTT elaborato da Confindustria, costruito in base ai dati sul fatturato, destagionalizzato e deflazionato, del campione di imprese clienti di TeamSystem, registra un calo molto forte, di -4,4%, a marzo. Il calo è diffuso in tutti i settori dell’economia, più accentuato nell’industria. Un segnale d’allarme preoccupante per l’economia nazionale.

A marzo, l’indice RTT indica una forte flessione del fatturato a prezzi costanti delle imprese, pari a -4,4% (che segue il -0,8% a febbraio). L’indice RTT suggerisce, quindi, che il primo trimestre 2024 sia risultato in flessione per il totale economia nazionale.

A livello dei macro-settori produttivi, nei servizi si registra un calo mensile dell’indice (-3,2%), dopo vari mesi di aumento. A marzo si è avuta una ulteriore forte flessione dell’indice RTT nell’industria, -5,6%, dopo quella lieve di febbraio. Questa nuova flessione, insieme al calo delle scorte ISTAT, suggerisce una riduzione della produzione.

Nelle costruzioni, viceversa, l’indice RTT a marzo mostra un calo in attenuazione (-2,0%), dopo quelli molto marcati dei primi due mesi del 2024, tutti legati alla scadenza degli incentivi.

A livello di macro-aree e di dimensioni d’impresa, l’indice RTT registra un calo molto forte per il NordOvest (-8,7% a marzo), meno ampio per il NordEst (-3,0%). La flessione è forte anche al Centro (-3,9%) e meno marcata al Sud (-1,6%).

A marzo RTT indica una forte flessione per le piccole imprese (-6,5%) che quasi annulla il balzo di febbraio (+7,2%). Sia per le medie imprese (-3,6%) che per quelle grandi (-13,3%), si tratta invece di un consolidamento della flessione già osservata, a ritmi più accentuati.

Nelle aspettative degli industriali la dinamica della produzione resta ferma ad aprile. Si registra, tuttavia, un peggioramento delle attese rispetto alla rilevazione precedente. La percentuale di imprese del campione che ritiene che l’attività rimarrà stabile è, infatti, ancora prevalente e in aumento nel mese corrente (53,1% da 50,5% della precedente rilevazione). Nella restante parte del campione si registra, d’altra parte, più pessimismo: è più che raddoppiata la quota di imprese che si attende una diminuzione del livello di produzione in aprile (26,8%, da 10,0% di marzo). Al contrario, è scesa di molto la percentuale di imprese che segnala un aumento dell’attività produttiva (20,0% dal 39,4%).

Nella rilevazione di aprile, le aspettative di produzione per i mesi a venire sono influenzate maggiormente dall’andamento futuro di domanda e ordini, percepito da oltre metà del campione di imprese intervistate come il fattore trainante dell’attività. Il saldo tra le attese di miglioramento e di peggioramento della dinamica di domanda e ordini è, infatti, in forte aumento rispetto alla precedente rilevazione (16,5% da 3,4%).

La disponibilità di manodopera resta un freno per la dinamica dell’attività: la quota di imprese che la considera un ostacolo supera in maggior misura la percentuale di quelle che la ritiene un traino (-3,5% da -0,4% di marzo).

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