Ad agosto 2021, dopo 8 mesi consecutivi di aumento, l’indice di fiducia delle imprese registra un calo di 1,7 punti percentuali, rimanendo comunque su livelli storicamente elevati. A determinare il calo dell’indice contribuiscono principalmente il settore manifatturiero e quello delle costruzioni, dove tutte le componenti dell’indice sono in peggioramento, nonché i servizi di mercato con le attese sugli ordini in decisa diminuzione.
Anche per l’indice di fiducia dei consumatori si registra una lieve diminuzione, dopo quattro mesi consecutivi di aumento. La discesa della fiducia è causata sostanzialmente da un marcato calo delle attese sulla situazione economica generale e da un deterioramento dei giudizi sia sulla situazione familiare sia sull’acquisto di beni durevoli.
Nell’industria manifatturiera peggiorano sia i giudizi sugli ordini sia le aspettative sulla produzione; le scorte sono giudicate in accumulo. Per quanto attiene alle costruzioni, tutte le componenti dell’indice sono in peggioramento.
In relazione ai servizi di mercato, i giudizi sugli ordini e quelli sull’andamento degli affari segnalano un netto recupero; le attese sugli ordini sono in decisa diminuzione. Il quadro complessivo è in miglioramento nel commercio al dettaglio, dove tutte le componenti dell’indice registrano una dinamica positiva. Tuttavia, a livello di circuito distributivo, la fiducia è in aumento solo nella grande distribuzione (l’indice di fiducia aumenta da 113,2 a 118,9) mentre nella distribuzione tradizionale l’indice scende da 104,6 a 102,0
L’Italia inizia a registrare quello che in Germania è già una realtà, fotografata dall’andamento negativo dell’indice Ifo e dalla revisione al ribasso della crescita del Pil per il 2021 dal 4 al 3% per via del generale rallentamento imposto alla manifattura per via della carenza di materie prime e da componentistica elettronica che non vengono consegnate dai produttori orientali, con conseguenti numerosi fermi di fabbrica. E per l’Italia, se la Germania frena, lo scenario non è affatto roseo.
Meno negativo il giudizio del capo economista di Nomisma, Lucio Poma, secondo cui il rallentamento di agosto non indica un cambiamento di tendenza: «il clima di fiducia delle famiglie basato sulle aspettative del proprio bilancio familiare subisce un leggero rallentamento, quello basato sulle aspettative di crescita del Paese aumenta. I frutti della crescita non sono ancora direttamente percepiti, ma si attendono con fiducia. Dal punto di vista delle imprese, il calo dell’indice riflette più un rallentamento di crescita rispetto ad un’inversione di rotta».
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