Malinverni: “la nostra categoria è tra le più penalizzate dai continui aumenti delle tasse”
“Sono giorni difficili per la tenuto politica e sociale del nostro Paese ma, proprio per l’empasse politico che si è venuto a creare, sono giunti a scadenza alcuni provvedimenti fiscali che si abbatto con particolare violenza sul variegato mondo dell’alimentazione artigiana”. La denuncia è di Christian Malinverni, presidente regionale veneto della Federazione alimentaristi di Confartigianato, secondo il quale “con ottobre è arrivato un diluvio di scadenze fiscali, a cominciare da Imu e Tares che colpiscono i nostri negozi, i locali e la produzione di rifiuti. E rispetto allo scorso anno, per il tributo sui rifiuti le tassazione aumenta, in alcuni casi, addirittura del mille per cento”.
Cifre alla mano calcolate dall’Ufficio studi di Confartigianato, secondo Malinverni “l’imposta municipale sugli immobili produttivi nel 2012 è costata alle imprese venete oltre un miliardo di euro (9,3 miliardi in tutta Italia), ma da gennaio 2013 il prelievo dell’Imu sulle imprese è già aumentato dell’8,3%. Rincari insostenibili cui si aggiunge l’applicazione della Tares che, sempre secondo Confartigianato, costa in media il 18% in più rispetto alle vecchie Tarsu e Tia”.
“Il dramma è – lamenta il presidente – che in modo sconsiderato questa nuova tassa si abbatte in modo indifferenziato sui vari settori produttivi e, quello alimentare è tra i più penalizzati. In alcuni casi i rincari provocati dalla Tares sono nell’ordine del 300%, dei veri e propri salassi. E, se ci si mettono incertezza e confusione da parte delle amministrazioni comunali che devono applicare il tributo, gli aumenti esplodono addirittura a quattro cifre”.
Le stime preliminari sull’impatto della Tares per alcune tipologie di imprese artigiane evidenziano che l’incremento dato dal nuovo prelievo sarà più alto per la pizzerie al taglio, le pasticcerie ed i ristoranti (attività a maggiore coefficiente di producibilità di rifiuti) allocati in piccoli comuni attualmente sotto regime di Tarsu che sono circa il 50% dei 581 che compongono le sette province del Veneto. Nel primo caso, si registrano aumenti della tassazione sui rifiuti del 301,1%, e nel secondo del 181,7%. Nei comuni attualmente sotto regime Tia, il passaggio alla Tares comporterà incrementi meno accentuati ma comunque compresi tra 30 e 40% per pasticcerie e attorno al 60% per pizzerie al taglio e ristoranti.
“E mentre gli imprenditori sono alle prese con Imu e Tares, all’orizzonte è già pronta una nuova imposta sui servizi comunali, la Service Tax, che, nelle intenzioni del Governo, dal 2014 dovrebbe sostituire Imu e Tares. Speriamo – conclude Malinverni – che il cambiamento di nome della nuova tassa serva a promuove l’uso razionale e sostenibile delle risorse secondo il principio ‘chi inquina paga’, favorendo i meccanismi atti ad incentivare il consumatore alla riduzione dei rifiuti prodotti, e non soltanto a mascherare un altro aumento della pressione fiscale sugli imprenditori”.
