Imprese è allarme Imu per gli aumenti superiori al 120%

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Su 109 capoluoghi di provincia, fino ad oggi 39 hanno ritoccato al rialzo le aliquote. Appello ai sindaci di Bortolussi: “non aumentare l’Imu sulle attività produttive”

Tra le imprese è allarme Imu per gli aumenti che stanno per scattare con il pagamento della prima rata prevista per la fine del mese di giugno. Per le attività produttive l’Imu è stata una vera e propria stangata. Rispetto a quando si pagava l’Ici, l’Ufficio studi della Cgia di Mestre ha misurato gli aumenti di imposta subiti dal mondo delle partite Iva e dagli imprenditori con l’introduzione dell’Imu: l’anno scorso gli uffici dei liberi professionisti hanno pagato quasi il 128% in più, i negozi commerciali il 123,5%, i laboratori artigianali oltre il 93%, gli alberghi quasi il 71%, i centri commerciali e i piccoli/grandi capannoni industriali attorno al 70%.

“Aumenti da brivido – dice il segretario degli artigiani mestrini Giuseppe Bortolussi – che ci impongono di lanciare un appello ai sindaci: per quest’anno non ritoccate all’insù le aliquote sugli immobili di tutte le attività produttive. Con un Pil che nel 2013 si attesterà attorno al -1,4% e i consumi delle famiglie al -1,6%, se non si arresta l’aumento delle tasse sulle imprese come si può sperare di contenere la disoccupazione?”. Non solo, c’è il fondato rischio di assistere ad una nuova ondata di chiusura di attività per l’eccesso di pressione fiscale, specie tra quelle realtà che sono marginali.

Non tutte le notizie sono cattive: secondo fonti governative, sembrerebbe (meglio utilizzare il condizionale in casi come questi) scongiurato l’aumento di 5 punti previsto per quest’anno del coefficiente moltiplicatore che si applica alla rendita catastale per determinare la base imponibile degli alberghi e dei capannoni. Se fosse così, questo “congelamento” porterebbe ad uno sconto dell’8,33%, che in termini assoluti sarebbe pari a 270 milioni di euro. Per gli alberghi il mancato aggravio si attesterebbe a 952 euro, per i centri commerciali a 610 euro, per i grandi capannoni a 482 e per quelli piccoli a 279 euro.

“Ora bisogna definire qualche misura che alleggerisca il peso dell’Imu anche per i piccoli – conclude Bortolussi – Liberi professionisti e negozianti hanno subito aumenti superiori al 120%, per gli artigiani l’incremento è stato del 93%. E’ necessario che anche al mondo delle partite Iva giunga un segnale di attenzione che dimostri che la sensibilità nei confronti di queste attività è cambiata”.

Passando all’analisi delle amministrazioni che hanno agisto sulle aliquote Imu, su un totale di 109 comuni capoluogo di provincia, ad oggi solo 35 hanno segnalato al Dipartimento delle Finanze le nuove delibere relative all’aliquota Imu che verrà applicata nel 2013: di queste 35, 12 sono le amministrazioni che hanno scelto di aumentare l’aliquota Imu. Nella categoria “Prima casa”, sono 4 gli enti locali che hanno stabilito di innalzarla: Benevento, Bologna, Frosinone e Verona. Per la categoria “Seconda casa” sono 6 le amministrazioni che hanno deliberato l’aggravio: Aosta, Asti, Barletta, ancora Benevento, Ferrara, Lucca e Treviso.

6 i comuni che hanno ritoccato l’aliquota sugli immobili produttivi (capannoni categoria D1 – artigianale – e D7 – industriale): Asti, Barletta, Benevento, Treviso, Cuneo e La Spezia.

Per fortuna, c’è anche qualche realtà che ha deciso di diminuire il peso fiscale di questa imposta. Complessivamente sono 5: Brescia, Cagliari, Pavia e Pesaro sulla “Prima casa” e Carbonia sulle “Seconde case” e sui capannoni.

“Nonostante il numero dei comuni che ha deliberato e inviato alle Finanze i propri dati sia ancora esiguo – dice Bortolussi – la tendenza appare abbastanza chiara. La stragrande maggioranza dei sindaci ha deciso di confermare le scelte prese l’anno scorso. Chi invece ha deliberato l’aumento per il 2013 ha inasprito il carico fiscale prevalentemente sulle seconde case o sui capannoni”.


ICI E IMU A CONFRONTO E L’EVENTUALE SCONTO SUI CAPANNONI PER IL 2013

Descrizione

Categoria catastale

ICI versata 2011 (euro)

IMU versata 2012
(euro)

Aumento IMU rispetto all’ICI
%

Eventuale

mancato aggravio nel 2013 (*)
(euro)

Ufficio libero professionista

A10

805

1.835

+127,9

 0

Negozio commerciale

C1

400

894

+123,5

 0

Laboratorio artigiano

C3

362

700

+93,3

 0

Albergo

D2

6.689

11.429

+70,8

952

Centro commerciale

D8

4.305

7.325

+70,1

610

Capannone industriale

D7

3.401

5.786

+70,1

482

Piccolo capannone industriale

D1

1.976

3.352

+69,6

279

Elaborazione: Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Agenzia del Territorio

Nota I calcoli sono stati effettuati applicando le aliquote medie dell’IMU ottenute dall’analisi delle delibere dei Comuni capoluoghi di provincia. Inoltre, il calcolo della base imponibile è stato effettuato sulla base delle rendite medie a livello nazionale relative ad ogni tipologia di immobile ottenute dalla banca dati dell’Agenzia del Territorio.

(*) l’eventuale mancato aggravio nel 2013 è pari all’8,33%. L’importo in termini assoluti è stato calcolato ipotizzando il varo di disposizioni normative tese ad evitare l’aumento del coefficiente moltiplicatore da 60 a 65 previsto per il 2013. Tale coefficiente si applica alla rendita catastale degli immobili di categoria D per pervenire alla determinazione della relativa base imponibile.

elaborazione del 12-5-2013