Secondo l’Abi arrivano i primi segnali di inversione da parte dei mercati che anticipano la Bce.Il taglio dei tassi da parte della Bce sembra più vicino, potrebbe partire a giugno anche se la presidente Christine Lagarde si muove con estrema prudenza e non si sbilancia, con il rischio di arrivare ad economia già morta, ma il mercato non attende l’andatura da bradipo della Bce anticipando i primi segnali di diminuzione.
Il taglio dei tassi sui mutui per l’acquisto di abitazioni a gennaio è attorno al mezzo punto: al 3,99% dal 4,42% di dicembre e dal 4,50% di novembre. Scende anche il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese che a gennaio passa al 5,39% dal 5,46% di dicembre e dal 5,59% di novembre
«Negli ultimi mesi si stanno manifestando primi segnali di taglio dei tassi di mercato rispetto ai precedenti valori massimi», sottolinea il rapporto mensile dell’Abi, l’Associazione delle banche italiane. Il vice direttore generale, Gianfranco Torriero, spiega che «i mercati stanno scontando in anticipo un auspicabile indirizzo della politica monetaria della Bce che può essere sostegno alla crescita dell’economia, un trend anticipato oggi dai tassi di mercato» per la prima volta introdotti nel rapporto per cogliere i dati più recenti e monitorare le tendenze.
Il tasso sui Btp nei primi 14 giorni di febbraio è stato in media del 3,88%, in diminuzione di 111 punti rispetto al massimo registrato a ottobre 2023; il tasso Irs (molto usato nei mutui) a 10 anni nei primi 14 giorni di febbraio è stato in media del 2,69%, in diminuzione di 83 punti rispetto al massimo registrato a ottobre 2023. Il tasso sui Bot a sei mesi nei primi 14 giorni di febbraio è stato in media del 3,66%, in diminuzione di 39 punti rispetto al massimo registrato a ottobre 2023. Il tasso Euribor a 3 mesi nei primi 14 giorni di febbraio è stato in media del 3,91%, in calo di 10 punti rispetto al massimo registrato a ottobre 2023.
«Dovremo poi vedere l’intensità del calo» per giudicare: «in futuro potremo vedere aggiustamenti, ma può essere un trend che va consolidandosi» precisa Torriero. Le famiglie e le imprese restano prudenti: «il calo dei volumi di credito è coerente con il rallentamento della crescita economica che contribuisce a deprimere la domanda di prestiti – scrive l’Abi -: a gennaio i prestiti a imprese e famiglie sono scesi del 2,9% rispetto a un anno prima, mentre a dicembre 2023 avevano registrato un calo del 2,5%, quando i prestiti alle imprese erano diminuiti del 3,7% e quelli alle famiglie dell’1,3%».
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