Sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, lunedì 31 ottobre è stata celebrata la 98ª Giornata mondiale del risparmio, da sempre organizzata da Acri, l’Associazione che rappresenta le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di risparmio Spa. Sul tema “Il valore del risparmio nell’era dell’incertezza”, sono intervenuti il presidente di Acri, Francesco Profumo, il presidente di Abi, Antonio Patuelli, il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, il neoministro dell’Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti.
Come ogni anno, Acri ha presentato un’indagine, realizzata in collaborazione con Ipsos, che restituisce una fotografia relativa al modo in cui gli italiani gestiscono e vivono il risparmio, alla luce del contesto Paese e della condizione socio-economica personale.
Gli indicatori comuni a tutte le rilevazioni realizzate fino ad ora, a partire dal 2001 (livello di soddisfazione per la propria situazione economica e tenore di vita, atteggiamento e propensione al risparmio e agli investimenti, comportamenti di consumo), sono integrati da domande specifiche che, di anno in anno, consentono di cogliere il punto di vista degli italiani sul tema specifico della Giornata. Il tema del 2022sottolinea il valore del risparmio privato in quanto sostegno per la ripresa del Paese, in un periodo prolungato di incertezze e di difficoltà a causa delle quali emerge la necessità di un punto di equilibrio tra le esigenze odierne e i programmi a medio-lungo termine.
Lo scenario dinanzi al quale ci si trova quest’anno è del tutto diverso da quello del 2021 e, per certi versi, ben più complesso: alla pandemia si è aggiunto il conflitto in Ucraina, il drammatico aumento del costo dell’energia e le conseguenti ricadute sui prezzi, cui si è associato un periodo di incertezza politica.
Nel corso del 2022 si è persa la forte ventata di ottimismo del 2021, facendo prevalere timori e preoccupazioni sia per il presente che per il prossimo futuro, smorzati, in parte dalle attese riposte sul PNRR, occasione unica per una svolta nel Paese. Il PNRR è vissuto tuttavia più come una risposta emergenziale alle esigenze contingenti che come importante occasione di ripensare il sistema Paese e la sua capacità produttiva.
Come certificato da Istat, la fiducia per il clima economico in Italia, che aveva registrato un effetto “rimbalzo” nel corso dello scorso anno, è tornato a livelli analoghi al 2020. Lo studio Acri-Ipsos evidenzia, infatti, una crescente difficoltà economica per molte famiglie, accompagnata da una più marcata insoddisfazione: a fronte di un 6% che si dichiara molto soddisfatto per la situazione economica, il 17% ritiene di non esserlo affatto, dato in crescita di ben 6 punti percentuali nel 2021.
Guardando al futuro, le previsioni sull’andamento dell’economia personale, locale, nazionale, fino ad arrivare a quella europea e mondiale, portano gli italiani da un marcato ottimismo dello scorso anno (+20 il saldo tra ottimisti pari al 50% e pessimisti pari al 30%) ad un profondo pessimismo del 2022(-32, 26% ottimisti e 58% pessimisti). E questo si riverbera sulla percezione, di oltre un terzo di essi, che già nei prossimi 12 mesi sarà molto più difficile risparmiare.
Di base, il peggioramento delle attese è legato da una parte all’inflazione, dall’altra alle preoccupazioni per il futuro. Infatti, le famiglie colpite da una situazione lavorativa sfavorevole sono rimaste invariate e, al contempo, il tenore di vita è peggiorato per il 19% (contro un 10% del 2021), il 38% ha vissuto difficoltà, mentre coloro che hanno vissuto un miglioramento sono solo il 7%, circa la metà rispetto al 2021.
L’inflazione sta riducendo i risparmi cumulati, perché per mantenere i consumi molti italiani hanno fatto ricorso alle proprie riserve o a prestiti. Quindi si riducono le famiglie in grado di far fronte con mezzi propri a situazioni di difficoltà: il 39% potrebbe affrontare con serenità una spesa imprevista pari a 10.000 euro, il 75% una di 1.000. La capacità di risparmio è quindi una fonte di tranquillità rispetto all’attuale situazione economia e rimane, come in passato, una priorità: più di un terzo (37%) non vive tranquillo se non mette da parte qualche risparmio, che preferisce tenere liquido, facendo giocare agli investimenti un ruolo di secondo piano. In questo contesto gli italiani fanno sempre più fatica a trovare un investimento ideale.
In questo scenario incerto, l’Unione Europea continua ad essere vista con favore, si ha fiducia nelle azioni e nelle scelte che verranno prese (57% si fida vs 43% non si fida), quindi l’eventualità di uscire dall’UE è vista come un grave errore dal 69% degli italiani. Il PNRR è un’occasione unica che il Paesedeve riuscire a sfruttare, investendo in due settori considerati cruciali: il settore energetico e quello infrastrutturale. Gli italiani avvertono sempre più l’urgenza di agire: il 50% si aspetta interventi immediati nei prossimi 6-24 mesi.
Welfare, responsabilità sociale e ambientale, abilitatori della competitività aziendale, settorepubblico più efficiente, giovani e la loro formazione sono capitoli ampi e diversificati sui quali bisogna intervenire. È difficile stabilire delle chiare priorità, bisogna agire contemporaneamente su più frontie nessuno deve essere escluso: la pubblica amministrazione è chiamata ad agire da protagonista, dando una cornice chiara al contributo necessario delle associazioni di categoria, dei corpi intermedi, del Terzo settore. Anche i singoli cittadini sono molto attivi, sia come volontari, donando il risparmio di tempo, sia attraverso il risparmio economico per sostenere il Terzo settore e iniziative benefiche.
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