Prosegue l’andamento schizofrenico dell’economia nazionale, con il Pil e l’inflazione in contina altalena. I livelli ante crisi rimangono comunque lontani
Continua l’andamento schizofrenico dell’economia italiana, con gli indici del Pil e dell’inflazione che ballano ad ogni rilevazione. Dopo il nuovo calo dell’inflazione del mese scorso che ha portato il paese in deflazione, l’Istat comunica che nel III trimestre 2016 il Pil è inaspettatamente cresciuto, attestandosi a +0.3% rispetto al secondo trimestre 2016 e dello 0,9% rispetto al terzo trimestre 2015.
Si tratta di un risultato discreto e in linea con la crescita dell’intera area euro per quanto riguarda il confronto con il secondo trimestre 2016, ma decisamente inferiore per quanto riguarda la crescita rispetto allo stesso trimestre del 2015, che nell’area euro è stata dell’1,6%.
Il risultato del terzo trimestre 2016 è dovuto alla componente nazionale che ha largamente compensato l’apporto negativo della componente estera. L’economia italiana, commenta il Centro Studi Promotor, sta dunque reagendo alla debolezza della congiuntura estera con un maggiore impegno sul mercato interno. Va comunque sottolineato, continua il CSP, che, come mostra il grafico, il Pil del terzo trimestre 2016 accusa un calo del 7,8% rispetto al massimo ante-crisi e che, senza un’accelerazione della crescita, il ritorno ai livelli ante-crisi avverrà soltanto intorno alla metà degli anni venti del secolo.
Per l’ufficio studi di Banca Intesa Sanpaolo l’espansione è il risultato di una crescita del valore aggiunto sia nell’industria che nei servizi (a fronte di un calo nell’agricoltura): si stima il contributo di almeno due decimi dall’industria (al netto delle costruzioni), visto che l’output nel settore è cresciuto nel trimestre al ritmo più elevato degli ultimi sei anni (+1,2% t/t); in base ai dati già diffusi sulla produzione nei primi due mesi del trimestre, anche le costruzioni potrebbero aver dato un apporto alla crescita; all’interno dei servizi, un contributo positivo potrebbe essere venuto in particolare dal turismo.
A differenza che nel trimestre precedente, secondo Banca Intesa Sanpaolo la crescita è tornata a venire dalla domanda domestica (quantomeno al lordo delle scorte), mentre il commercio con l’estero ha dato un contributo negativo: in base ai dati mensili nominali, entrambi i flussi commerciali dovrebbero essere cresciuti per il secondo trimestre consecutivo, ma, in estate al contrario che in primavera, la dinamica dell’import sembra essere stata più vivace di quella dell’export.