Il debito pubblico sfonda il muro dei 3.000 miliardi

Superata la soglia psicologica per la prima volta nel giorno del compleanno del premier Meloni per i suoi 48 anni.

debito pubblico erario Italia cresce Economia italiana Distretti industriali Italia 2023 fai debito pubblico italiano recessione costo della vita istat

Brutto regalo di compleanno (48 anni) per la premier Giorgia Meloni con il superamento per la prima volta della barriera psicologica dei 3.000 miliardi per il debito pubblico italiano. Il valore assoluto di 3.005,2 miliardi fa impressione anche per l’essere ben superiore al Pil nazionale, consolidando l’Italia nella fascia alta della poco invidiabile classifica dei Paesi a maggior debito pubblico, anche se tale livello non ha influito sull’andamento del differenziale che si mantiene sui lbivelli del 2021 con una tendenza al calo grazie alla buona disciplina di bilancio del governo. Però, suddiviso per ciascun residente del Belpaese, fanno ben 50.944 euro di debito pro-capite per i cittadini.

Comunque sia, si tratta di una montagna di denaro costata 78 miliardi di euro di interessi nel 2023 che riduce lo spazio di manovra nel varare politiche di riduzione del debito e della crescita economica, anche se nell’attuale contesto europeo l’Italia presenta indicatori di finanza pubblica migliori di Germania e Francia che hanno forti problemi nell’approntamento dei rispettivi bilanci 2025.

Secondo la Banca d’Italia «dal punto di vista economico ciò che rileva per valutare lo stato di salute delle finanze pubbliche di un Paese non è tanto il debito pubblico in termini nominali, quanto il suo andamento in relazione alla capacità del Paese di fare fronte ad esso». La banca centrale argomenta che «il debito pubblico in termini nominali presenta variazioni del suo valore da un mese all’altro solitamente al rialzo nel corso dell’anno; le riduzioni sono più rare, di solito in mesi dove si concentrano le principali scadenze tributarie».

La Banca d’Italia invita a «contestualizzare» il valore debito nazionale e a guardare a un orizzonte maggiore prendendo ad esempio il percorso del debito italiano nel post pandemia: nel triennio post-pandemico 2021-23 quando il debito nominale è aumentato di quasi 292 miliardi, da 2.678 miliardi a 2.868 miliardi, ma «in rapporto al Pil è sceso di oltre 19 punti percentuali da 154,3% al 134,8». Valore che, almeno secondo le stime del Mef, dovrebbe andare al 135,8 nel 2024 e del 135,9 nel 2025 con un calo dell’indebitamento netto.

Sul dato di novembre ci sono poi degli elementi specifici. In particolare le disponibilità liquide del Tesoro che sono salite di 20,9 miliardi, a 63,9. Un elemento senza il quale il debito sarebbe diminuito. Vi sono poi i numeri delle entrate fiscali: lo scorso novembre quelle contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 51,7 miliardi, in diminuzione dello 0,1% (0,1 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2023.

«Nei primi undici mesi 2024 le entrate tributarie sono state pari a 504,3 miliardi, in aumento del 5,0% (24,2 miliardi) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente» afferma Bankitalia, secondo cui oltre al controllo della spesa e una politica favorevole ai mercati, la vera sfida è quella della crescita senza cui qualsiasi debito non è sostenibile. Per il 2024 le stime Istat indicano un aumento del Pil dello 0,5%, con deficit inferiore alle precedenti stime, e, per il 2025, allo 0,8%.

 

Per rimanere sempre aggiornati con le ultime notizie di “Dario d’Italia”, iscrivetevi al canale Telegram per non perdere i lanci e consultate i canali social della Testata. 

Telegram

https://t.me/diarioditalia

Linkedin

https://www.linkedin.com/company/diarioditalia

Facebook

https://www.facebook.com/diarioditalia

© Riproduzione Riservata