I produttori europei di riso chiedono lo stop all’importazione a dazio zero dalla Cambogia

Critiche da Italia, Francia, Spagna, Grecia e Portogallo alla Commissione Ue per il grave danneggiamento al settore agricolo comunitario.

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importazioni di riso

La decisione della Commissione Ue di non attivare i dazi all’importazione per il riso prodotto in Cambogia sta scatenando la reazione negativa dei risicoltori comunitari. Dopo la protesta partita in Italia, primo produttore di riso in Europa, ora si aggiungono quelle in Francia, Spagna, Grecia e Portogallo che ritengono di essere gravemente danneggiati e intendono intraprendere ogni azione utile per bloccare l’atto delegato della Commissione Ue che non comprende il riso cambogiano tra i prodotti che dovranno pagare dazio per aver violato i diritti umani.

Secondo Coldiretti, che ha partecipato ad Arles all’incontro con i risicoltori europei, la richiesta del settore è che la Commissione Ue adotti anche per il Myanmar un atto delegato per la revoca della concessione EBA per la violazione dei diritti umani, inserendo il riso tra i prodotti che dovranno pagare dazio, oltre ali rafforzamento dei controlli all’importazione di riso in provenienza da Paesi Terzi.

Dalla disamina del mercato mondiale è emerso in modo chiaro che l’aumento delle importazioni nell’ultima campagna commerciale 2018/19 ha avuto come effetto un invenduto del 30% di produzione comunitaria nei magazzini europei, con grave danno economico per i produttori comunitari, a partire da quelli italiani.

«Nonostante ciò – secondo la Coldiretti – la Commissione Ue ha deciso di mantenere le importazioni agevolate di riso dalla Cambogia in violazione dei diritti umani, mentre il Parlamento europeo ha dato il via libera definitivo all’accordo di libero scambio tra Ue e Vietnam che comporterà l’ingresso a dazio zero di altre 80.000 tonnellate di riso lavorato, semilavorato e aromatico sul quale pesano le accuse di sfruttamento del lavoro minorile del Dipartimento del lavoro statunitense».

«Viste le gravi condizioni sociali e ambientali è quindi necessario – sottolinea la Coldirettiattivare al più presto la sospensione del regime agevolato EBA (“tutto tranne le armi”) per la Cambogia, oltre che accelerare nella procedura di indagine su Myanmar che auspichiamo possa portare alla stessa conclusione».

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