I “competence center” diventano realtà: arriva decreto con 40 milioni di finanziamenti

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Università e imprese più vicine, in attesa bando Mise. Pronto a decollare quello del NordEst

competence center graficaSi concretizza il primo passo per la realizzazione dei “competence center”, i centri di competenza ad alta specializzazione, previsti dal piano “Impresa 4.0”, che favoriranno l’incontro tra il mondo della ricerca e le imprese.

L’atteso decreto sulle “modalità di costituzione e sulle forme di finanziamento” è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale e mette a disposizione 40 milioni di euro. Il “competence center” sarà «un polo di innovazione costituito, secondo il modello di partenariato pubblico-privato, da almeno un organismo di ricerca e da una o più imprese», con una partecipazione non superiore al 50% dei partner pubblici. Questa la definizione che si legge nel provvedimento congiunto firmato dai ministri dello Sviluppo economico e dell’Economia, che entrerà in vigore il prossimo 24 gennaio.

Ora bisognerà selezionare le Università, candidate alla guida di questi centri, che dovranno scegliere le imprese partner, per arrivare poi al passo finale: il bando di gara del Mise che individuerà i poli tra pubblico e privato. Ogni polo avrà a disposizione un importo massimo di 7,5 milioni di euro per le spese di costituzione e per avviare l’attività, oltre a 200.000 euro per ciascun progetto. Complessivamente, sono disponibili 40 milioni di euro, tra i 20 milioni stanziati per il 2017, i 10 milioni per il 2018, a cui dovrebbero aggiungersi ulteriori 10 milioni. 

Le attività principali dei “competence center” riguardano l’orientamento alle imprese, in particolare Pmi, sui temi della digitalizzazione; la formazione, al fine di promuovere e diffondere le competenze in ambito Industria 4.0; l’attuazione dei progetti di innovazione e ricerca proposti dalle imprese e fornitura di servizi di trasferimento tecnologico in ambito “Impresa 4.0”. Complessivamente dovrebbero nascere 6-8 poli in tutta Italia. Tra le università candidate, ci sono i Politecnici di Milano Torino e Bari, la Scuola Sant’Anna di Pisa, le Università di Bologna e Federico II di Napoli; la rete delle Università del Triveneto.