La Germania rappresenta la seconda destinazione degli imprenditori italiani in Europa, con una quota del 10,8% sul fatturato totale realizzato dalle controllate estere italiane nel mondo (59 miliardi su 546,2 secondo i dati Eurostat): è quanto emerge dalla ricerca “Il valore delle aziende italiane in Germania”, realizzata dalla Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo per la Camera di commercio Italo Germanica (Ahk Italien).
Sono 1.670 le aziende italiane che operano su territorio tedesco (il 7% del totale delle controllate estere italiane), per 104.000 addetti che appartengono per il 61% al mondo dei servizi e per il restante 39% al manifatturiero. La Lombardia è la prima regione di provenienza geografica delle imprese, seguita da Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Trentino Alto Adige.
Prendendo in esame il fatturato complessivo delle controllate estere attive in Germania, la quota italiana si sostanzia in un 2%, ma aumenta per la distribuzione all’ingrosso (4,4%), i trasporti (2,5%) e per alcuni settori manifatturieri, quali i prodotti e materiali da costruzione (6%), l’elettrotecnica (4,2%), la metallurgia e i prodotti in metallo (3,9%).
L’analisi approfondita di un campione di bilanci relativi al triennio 2017-19, estratto dal database Isid (Intesa Sanpaolo Integrated Database) fa emergere una dimensione media elevata delle controllanti delle imprese italiane attive in Germania rispetto a quelle che operano in altri Paesi. Lo spaccato per classi di fatturato vede un 44% di grandi imprese e un 20% di piccole.
Le relazioni economiche italo-tedesche non si limitano alla presenza diretta di imprese a controllo italiano, ma sono ben più intense. L’Italia detiene una posizione di primato tra i fornitori della catena automotive, fiore all’occhiello del manifatturiero tedesco, con un apporto di valore aggiunto del 2,4% alla produzione tedescadi autoveicoli, davanti a Francia, Polonia e Cina.
Il contributo italiano si presenta estremamente diversificato in termini merceologici, riflettendo così l’eterogeneità della base produttiva del Paese, ma spicca soprattutto nella metalmeccanica, negli intermedi in gomma-plastica e nel tessile-pelletteria per l’automotive.
«Lo studio conferma la centralità della Germania nelle attività e negli investimenti delle imprese del nostro Paese – afferma Joerg Buck, consigliere delegato della Ahk Italien -. Forti di un rapporto consolidato di co-produzione con i partner tedeschi, le aziende italiane attive in Germania contribuiscono ad alimentare un ecosistema produttivo che genera valore per l’economia tedesca attraverso la qualità dei loro prodotti e servizi».
«La competitività delle imprese si basa sempre più sulla valorizzazione delle competenze dei diversi attori con cui interagiscono, siano essi clienti o fornitori – sottolinea Fabrizio Guelpa, responsabile Industry and Banking research di Intesa Sanpaolo -. Le relazioni tra le imprese italiane e quelle tedesche sono un buon esempio di quanto ciò possa essere profittevole».
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