Lo scadimento qualitativo dell’alimentazione e un maggior consumo di cibi ultra processati, ricchi di ingredienti chimici, che potrebbero essere i veri responsabili di un’ondata di malattie croniche non trasmissibili legate all’obesità, è uno dei maggiori pericoli per il 2025, secondo Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia.
«I due obiettivi fondamentali della filiera agroalimentare italiana del prossimo anno saranno lotta incondizionata ai cibi ultra processati, ricchi di ingredienti chimici, a sostegno del consumo di prodotti naturali coerenti con la dieta mediterranea – dice Scordamaglia – che non esclude nessun alimento naturale ma che anzi li contempla tutti nella giusta quantità. E il contrasto alla ineguale ripartizione di valore aggiunto lungo la filiera».
Sul fronte macroeconomico, «anche per il prossimo anno la produzione alimentare rappresenterà per l’Italia un traino rispetto a quella manifatturiera generale» sottolinea Scordamaglia evidenziando come per il 2025 «la produzione industriale totale dovrebbe calare del -1,0% circa, nel 2024 era a -3,3%, mentre la produzione dell’industria alimentare è prevista in crescita fra il +1,0% e il +1,3% (nel 2024 è stata +1,7% 2024). Si tratta di un traino legato soprattutto all’export che consoliderà sostanzialmente la crescita di quest’anno».
Sempre secondo Filiera Italia, si prevede che l’export totale per il 2025 si attesti tra +1,0% e +1,5% (era -0,7% 2024) mentre l’export dell’industria alimentare raggiungerà per il prossimo anno un +7,0%. Un valore di poco al di sotto del 2024 (+8,6%) legato ad una stabilizzazione del mercato Usa, mercato da sempre trainante per il comparto e che tiene conto della minaccia di dazi.
Previsti per il 2025 consumi alimentari interni stabili, con un piccolo segno positivo dopo l’incredibile crisi di crollo degli ultimi tre anni che li ha portati a scendere del -9%. In particolare secondo l’analisi di Filiera Italia per il 2025 si prevedono vendite alimentari interne in valore crescere del +2,0% dopo il +1,6% del 2024; mentre in volume si attesterebbero per l’anno in arrivo in leggero calo tra il -0,2% e il -0,3%, (erano a -0,9% nel 2024).
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