Saranno 18,3 milioni gli italiani che, complessivamente, si muoveranno per le festività di fine anno 2024, in calo di 800.000 unità rispetto ai 19,1 milioni del 2023. Di essi, 7,6 milioni partiranno per la vacanza di Natale; 4,4 milioni partiranno per Capodanno; 1 milione partirà per l’Epifania, mentre, per la “vacanza lunga“, che comprenda almeno 11 giorni di soggiorno fuori casa, si prevede in movimento una quota di 5,3 milioni italiani secondo un’indagine di Tecnè per Federalberghi, che vede in testa come destinazione la montagna, seguita dalle città d’arte e dalle località marine. Il giro di affari complessivo sarà di 14,7 miliardi di euro.
Per il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, a commento dei risultati dell’indagine, afferma che «i nostri concittadini continuino a prediligere il Belpaese non ci stupisce più. Come ho già avuto modo di dire, dal post Covid in poi gli italiani hanno ricominciato a considerare il proprio Paese come meta privilegiata per le proprie vacanze. Malgrado ciò, siamo consapevoli che al momento vi sia una flessione del turismo italiano, mentre aumentano le presenze del turismo straniero. Viviamo con apprensione il fatto che il 35% di coloro che hanno rinunciato a viaggiare in occasione del Natale abbia motivato la propria scelta con la mancanza di risorse economiche. Il freno al movimento turistico interno sembra essere la diretta conseguenza dell’aumento del costo della vita. Una difficoltà che, più in generale, rende tutti gli italiani più parsimoniosi e dunque più attenti alle spese dedicate al viaggio».
Il Codacons punta sul calo degli italiani che per le festività di fine anno del 2024 non andrà in vacanza per motivi economici, pari a circa 800.000 italiani in meno rispetto al 2023. A subire un drastico taglio è anche la durata delle vacanze, con le notti fuori casa che a Natale passano da una media di 7,3 notti del 2023 alle 6,1 notti del 2024 (-16,4%). Nonostante il forte calo nelle partenze degli italiani, la crescita incontrollata di prezzi e tariffe nel settore turistico porta il giro d’affari delle vacanze di fine anno a rimanere ai valori dello scorso anno: 14,7 miliardi di euro contro i 15 miliardi di euro del 2023.
A incidere sulle mancate partenze degli italiani è proprio il caro-prezzi che attanaglia il comparto dei viaggi – denuncia il Codacons -. In base ai dati Istat, nell’ultimo mese i voli europei sono rincarati dell’8,5% su base annua, i traghetti dell’8,8%, i treni del 3,9%, i pacchetti vacanza hanno registrato aumenti medi del 13,4%, gli alberghi del 6,1%.
«I continui rincari nel settore turistico da un lato impediscono ad una fetta di popolazione di concedersi una vacanza durante le feste, dall’altro costringono chi parte a ridurre il numero di giorni di vacanza allo scopo di contenere la spesa e rientrare nei budget – commenta il presidente del Codacons, Carlo Rienzi -. Incrementi di prezzi e tariffe del tutto ingiustificati, considerato che non esistono più le condizioni, a partire dal caro-energia, che avevano portato gli anni scorsi a pesanti ritocchi dei listini».
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