La sentenza della Corte di Giustizia Ue che, nell’agglomerato urbano di Barcellona, ha ritenuto contraria al diritto comunitario la limitazione del numero di licenze per noleggio veicoli con conducente aprendo la porta all’insoluta questione in tutt’Europa ad una maggiore concorrenza nell’erogazione dei servizi viene commentata positivamente da Luigi Pacilli, presidente di Federnoleggio Confesercenti: «è auspicabile che il governo italianotenga in considerazione questa sentenza e cerchi almeno di rendere meno rigida ed antiquata la propria legislazione Ncc. Chiediamo un incontro con il Governo per ottenere quel minimo adeguamento legislativo dovuto alle nostre Pmi Ncc ed alla dignità del nostro Paese».
Per Pacilli l’Italia «dovrebbe adeguarsi alla decisione sovranazionale ma non è semplice. Infatti, la sentenza della Corte di Giustizia Ue riguarda la normativa ed aziende spagnole e la legislazione italiana Ncc è una pecora nera in Europa, violando da anni il diritto comunitario Ncc», anche se il quadro delineato dalla sentenza è estensibile a tutti i paesi dell’Unione europea.
«Il numero delle autorizzazioni Ncc e delle licenze Taxi dovrebbe adeguarsi alla domanda e alla crescita demografica, commerciale e turistica – aggiunge Pacilli -. Il contingente Ncc rimane per questo sotto organicorispetto alla sempre crescente domanda di mobilità, spesso vergognosamente inevasa, come evidenziato dai media. Nel 2019 il Governo ha tuttavia inserito finalmente l’istituzione del Registro Elettronico Nazionale Ncc vetture, come esiste da anni per Ncc bus. Pregevole iniziativa – sottolinea Federnoleggio Confesercenti – che ci avrebbe reso almeno un poco più europei, creando un quadro chiaro ed univoco dei titoli in esercizio e di quelli ancora necessari, costituendo una guida anche per i comuni per eventuali nuovi bandi e rilasci. Purtroppo – conclude -, nonostante la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, queste norme non sono mai state applicate».
La querelle tra la tutela dei tassisti e dei noleggiatori con conducente riguarda sempre la tutela del settore dalle “invasioni di campo” degli operatori delle auto bianche, che fino ad ora hanno goduto della protezione di interi settori della politica, che guarda più alla difesa degli interessi di piccole e agguerrite lobby (oltre a quella dei tassisti, in gioco in queste settimane c’è anche quella dei balneari), nonostante da una maggiore presenza di operatori tutti avrebbero da guadagnare, a partire dagli utenti del servizio specie nelle maggiori realtà urbane e turistiche.
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