Studio del Cresm e Federcostruzioni presentato a Samoter-Asphaltica
Si è all’inizio di un nuovo ciclo edilizio, dopo gli anni bui di una crisi senza precedenti, soprattutto in Italia? Secondo Federcostruzioni sì. Nel settore nazionale delle costruzioni, il comparto laterizi registra un aumento delle vendite del 13% nel secondo semestre del 2013 e gli appalti pubblici registrano un +11,4% nei primi tre mesi di quest’anno.
In conseguenza, le vendite delle macchine da cantiere sono in crescita, con una costante ripresa delle importazioni dall’agosto dello scorso anno. Segno inequivocabile che questi macchinari si vendono, perché le imprese hanno finalmente cantieri in cui impiegarli. È questo lo scenario presentato da Federcostruzioni nel corso della IXXX edizione di Samoter, il Salone internazionale triennale sulle macchina movimento terra, da cantiere e per l’edilizia, a Veronafiere, insieme ad Asphaltica, Salone delle soluzioni e tecnologie per pavimentazioni, sicurezza e infrastrutture. L’occasione è stata il convegno “Il mercato delle opere pubbliche e le macchine da cantiere verso il settimo ciclo edilizio”, organizzato da Federcostruzioni. I segnali, soprattutto in questi primi mesi del 2014, sono univoci.
Ad illustrarli, Lorenzo Bellicini del Cresme che, per Federcostruzioni, ha analizzato il settore, strettamente legato al mercato delle macchine. Del resto la crisi delle costruzioni è, secondo Bellicini, responsabile direttamente o indirettamente di circa il 50% degli 1,18 milioni di occuparti persi nel quinquennio 2008- 2013. Finalmente gli indicatori generali sono positivi: gli ordini delle industrie sono in crescita, aumenta costantemente l’import dei semilavorati, gli investitori esteri, fondi e non solo, guardano con interesse al nostro Paese e perfino le immatricolazioni delle auto puntano verso l’alto. «Ma attenzione – sottolinea Bellicini –, il mercato che ci troviamo davanti è molto diverso dal passato: la ristrutturazione nel 2013 ha toccato un valore di 113 miliardi di euro, contro solo i soli 50 miliardi delle nuove costruzioni dei quali appena 19,7 riguardano l’edilizia residenziale». È quindi evidente come l’innovazione tecnologica, importantissima quando parliamo di ristrutturazione e restauro, sia uno dei driver di sviluppo più importanti per tutte le aziende del settore.
Un tema toccato anche da Elisa Cesaretti, presidente di Ascomac: «produciamo macchinari sempre più sicuri, ecologici e ecocompatibili che sono anche inevitabilmente più costosi, ma poi non ci sono norme che incentivano le aziende a comprarli. Nei capitolati delle gare d’appalto non se ne parla. Anche i macchinari debbono essere inseriti nel calcolo di sostenibilità di una costruzione e deve essere introdotto un sistema premiante magari con una defiscalizzazione».
Il presidente di Anima, Luca Turri sottolinea due aspetti che ritiene fondamentali: «c’è una carenza grave del sistema bancario che non sostiene le imprese nei progetti e fa mancare loro il necessario supporto finanziario. Una situazione che deve cambiare. Poi a fronte di un mercato che per il 66% è riqualificazione edilizia, è fondamentale che il Governo non “spaventi” le famiglie che ricominciano a spendere con patrimoniali più o meno mascherate. Le nostre imprese non possono vivere di solo mercato estero, quello domestico è fondamentale e il Governo deve avere una adeguata capacità di pianificazione e indirizzo».
Il segretario generale di Ascomac, Carlo Belvedere ha ricordato a riguardo i punti che sono stati sottoposti all’attenzione dell’esecutivo: «abbiamo sottolineato alcuni temi che sono fondamentali: al primo posto naturalmente il ritardo di pagamento della Pubblica Amministrazione e il Patto di Stabilità, ma anche la necessità di intervenire sul dissesto idrogeologico, la riurbanizzazione delle città e la riqualificazione del patrimonio scolastico. Tutti temi che assieme all’attenzione per le infrastrutture sono centrali non solo per il nostro comparto ma per tutto il Paese».
Anche Ruggero Riva, presidente di Cantiermacchine, ha focalizzato l’attenzione sul sistema finanziario: «le banche non danno credito e i nostri clienti fanno davvero fatica a comprare macchine nuove di cui avrebbero davvero bisogno». Il segretario generale di Federcostruzioni, Alberto De Vizio, ha chiuso l’incontro ricordando ruolo e peso della associazione: «Rappresentiamo attraverso 100 associazioni oltre tre milioni di addetti e 400 miliardi di giro d’affari. Riteniamo di essere la voce autorevole di un importante porzione del tessuto produttivo nazionale».