Economia manifatturiera: sull’industria di Francia e Germania crolla la produzione

-2,5% la tedesca e -2,7% quella francese. Rallentamento anche per la manifattura italiana.

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Produzione industriale italiana Economia manifatturiera Eurozona entra in recessione tecnica inflazione

Sull’economia manifatturiera europea piomba il segno negativo, con la produzione industriale di Francia e Germania che crolla a sorpresa a maggio e anche l’Italia non fa meglio: in attesa del dato di maggio che sarà reso noto tra due giorni, ad aprile la produzione calava dell’1% su marzo, segnando già la seconda discesa consecutiva.

Nessun osservatore si aspettava il ribasso sull’industria tedesca a maggio: -2,5% rispetto ad aprile, molto peggio delle attese che indicavano un andamento sostanzialmente piatto (+0,2%), in linea con il +0,1% del mese precedente. La manifattura tedesca vede la produzione industriale sempre più in difficoltà che sull’anno scende a -6,67%, decisamente più preoccupante del -3,66% del mese precedente.

A calare sono quasi tutti i settori, con picchi fino al -5% nella produzione di auto, macchinari e componenti elettroniche. Calano, per la quinta volta consecutiva, anche gli ordini industriali (-1,6%), e la fiducia degli investitori scende sotto le attese.

Per gli analisti sono i segnali inequivocabili della crescita che con tutta probabilità tornerà in territorio negativo nel secondo trimestre, dopo che nel primo aveva invece ripreso un po’ di fiato, allontanandosi dallo shock della recessione del 2023.

Il governo tedesco di Olaf Scholz, che ha appena chiuso l’accordo sulla manovra di bilancio federale 2025, ha messo in campo 57 miliardi di spese per gli investimenti su 481 miliardi complessivi della finanziaria. Per diversi analisti non basteranno a risollevare l’economia, molto dipendente dall’export che resta strozzato delle molteplici tensioni internazionali. Sull’industria tedesca, come per tutta la zona euro, pesa anche la stretta monetaria della Banca centrale, che ha portato i tassi d’interesse al livello record di 4,50% e il mese scorso ha iniziato ad allentare con il primo taglio da 25 punti base. C’è bisogno di tempo per sentirne gli effetti sul credito, ma il clima di fiducia che l’allentamento innesca potrebbe accelerare tutto.

La Bundesbank prevede che il Pil tedesco crescerà dello 0,3% per il 2024, con i servizi e consumi a fare da traino se, come previsto anche dalla Bce, l’inflazione proseguirà il calo e i salari continueranno ad aumentare moderatamente. Sulle previsioni, però, pesa l’incertezza e la stessa Bce non vuole fissare un percorso di tagli tenendosi libera di decidere ad ogni riunione, valutando i dati di volta in volta.

Anche in Francia arrivano dati negativi dall’economia manifatturiera: il calo della produzione industriale a maggio è leggermente sopra quello tedesco, -2,7% su aprile, -3,9% sull’anno, con la componente auto che traina al ribasso. E’ una frenata che si rifletterà sulla crescita e, a cascata, sul rapporto debito/Pil che ora vede Parigi e Roma sulla stessa barca con una procedura d’infrazione Ue aperta. Il prossimo governo francese dovrà far calare il debito pubblico e riportare il deficit dal 5,5% al 3% entro il 2027.

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