Nel 2022 ammontano a 52 miliardi di euro le misure contro il caro prezzi introdotte dal Governo Draghi a favore di famiglie e imprese. Una cifra importante, pari a 3 punti percentuali di Pil, che include anche i 17 miliardi di euro previsti dal decreto Aiuti bis approvato nelle settimane scorse. Assieme al boom delle presenze turistiche, alla forte ripresa degli investimenti, in particolar modo nel settore delle costruzioni, e al buon andamento delle esportazioni, secondo l’Ufficio studi della CGIA le misure di contenimento dell’inflazione hanno garantito al Paese, almeno nella prima parte del 2022, un discreto risultato economico che pochi avevano previsto.
Senza aiuti inflazione sopra il 10%
La riduzione degli oneri di sistema sulle bollette di luce e gas, la riduzione dell’Iva sul gas per usi civili, i crediti di imposta sulle bollette energetiche delle imprese, la riduzione delle accise sui carburanti, il bonus da 200 europer i redditi fino a 35.000 euro (finora erogato solo a lavoratori dipendenti e pensionati), etc., hanno solo in parte frenato il caro vita (+8% in un anno), ma, comunque, sono state determinanti per mantenere la spinta inflazionistica sotto la soglia del 10%.
Bene le entrate, ma le grandi imprese energetiche hanno eluso il fisco
Grazie alla crescita del Pil e agli effetti dell’inflazione, le entrate tributarie e contributive del Paese nei primi sei mesi 2022 sono cresciute di 39 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Un incremento che poteva essere ancor più significativo se le grandi imprese energetiche non avessero adottato un comportamento elusivo che, fino ad ora, è costato all’erario un mancato gettito di poco superiore ai 3 miliardi di euro. Infatti, dei 4,2 miliardi di euro attesi entro il 30 giugno scorso con la prima rata del contributo straordinario sugli extraprofitti imposto nei mesi scorsi dal Governo Draghi, lo Stato ha incassato poco meno di 1 miliardo. Se la nuova norma per recuperare queste mancate entrate inserita nel decreto Aiuti bis non avesse effetto, l’erario potrebbe perdere quest’anno oltre 9 miliardi dei 10,5 previsti con l’introduzione di questa tassazione sugli extraprofitti.
L’autunno 2022 sarà molto complicato
In vista del prossimo autunno sono molte le nubi minacciose che si stanno addensando sul Paese. Le incogniteche gravano sull’economia italiana sono molto allarmanti: il caro energia, l’esplosione dei prezzi, gli sviluppi della guerra in Ucraina e una possibile recrudescenza del Covid stanno turbando la serenità di famiglie e imprese. Anche per poter affrontare con determinazione queste criticità è auspicabile che dalle urne del prossimo 25 settembre “esca” una maggioranza ampia e solida in grado di esprimere un esecutivo autorevole che traghetti il Paese fuorida questo momento così complicato.
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