Contraffazione e pirateria “costano” all’Italia perdite per 8,6 miliardi di euro e oltre 52.000 posti di lavoro

La relazione dell’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO). Problema che interessa tutt’Europa, dove le perdite ammontano aquasi 60 miliardi di euro e oltre 420.000 posti di lavoro. 

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Contraffazione e pirateria sui beni tutelati da proprietà intellettuale: l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO), tramite l’Osservatorio europeo sulla violazione dei diritti di proprietà intellettuale (Osservatorio), ha presentato il rapporto 2018, radiografando l’entità, la portata e le conseguenze economiche del plagio nell’Unione europea (UE).

La relazione intende riunire il contenuto dei diversi studi condotti sul valore della proprietà intellettuale (PI), sulla sua percezione da parte dell’opinione pubblica, sui meccanismi utilizzati per la contraffazione e la pirateria e sulle conseguenze economiche di tali violazioni, al fine di fornire un quadro coerente dello stato dei diritti di proprietà intellettuale (DPI) e della relativa violazione nell’UE. La relazione, che si prevede verrà pubblicata annualmente, comprende inoltre una sezione dedicata alle azioni adottate al fine di contrastare tali violazioni.

In uno studio condotto in collaborazione con l’Ufficio europeo dei brevetti (UEB), l’EUIPO ha riscontrato che il contributo fornito complessivamente dalle industrie ad alta intensità di DPI all’economia dell’UE rappresenta circa il 42% del PIL (5.700 miliardi di euro) e il 28 % dell’occupazione (oltre a un ulteriore 10% degli effetti indiretti sull’occupazione in settori non ad alta intensità di DPI). Queste industrie generano inoltre un avanzo commerciale di circa 96 miliardi di euro con il resto del mondo e versano ai lavoratori salari più alti del 46% rispetto ad altri settori.contraffazione pirateria

A causa dell’alto valore associato ai DPI, la violazione di tali diritti costituisce un’attività criminale lucrativa che genera costi significativi per i titolari dei diritti e per l’economia in generale. Secondo uno studio condotto nel 2016 dall’EUIPO e dall’OCSE, le stime relative alla contraffazione e alla pirateria nell’ambito del commercio internazionale nel 2013 potrebbero raggiungere il 5% delle importazioni dell’UE, per un controvalore di 85 miliardi di euro all’anno.

In una serie di studi di settore, l’EUIPO ha stimato un calo delle vendite per effetto della contraffazione in 13 settori (direttamente nelle industrie analizzate e lungo la relativa catena di approvvigionamento). Tali perdite ammontano a un totale di oltre 100 miliardi di euro all’anno. Il cospicuo valore, le troppo lievi pene inflitte e gli elevati ritorni sugli investimenti incentivano le bande criminali a intraprendere attività di contraffazione. Il modus operandi con cui queste bande criminali agiscono sta diventando sempre più complesso poiché la tecnologia e i canali di distribuzione evolvono di pari passo con la gamma di prodotti contraffatti.

I modelli imprenditoriali adottati dai contraffattori si avvalgono in modo significativo di Internet per distribuire i prodotti e promuovere la distribuzione e il consumo di contenuti digitali illegali. I siti Internet che vendono prodotti contraffatti beneficiano di ulteriori proventi pubblicitari derivanti da annunci “ad alto rischio” (contenuti per adulti, giochi d’azzardo e malware) e, paradossalmente, da marchi legittimi, doppiamente minati dalla pubblicità presente su questi siti (per i danni arrecati al marchio e per la credibilità concessa al sito web ospitante).

Oltre ad analizzare la fornitura di prodotti contraffatti e contenuti piratati, l’EUIPO ha studiato il versante della domanda, vale a dire l’atteggiamento dei cittadini dell’UE nei confronti dei DPI e la loro propensione al consumo illecito. I consumatori sono incentivati ad acquistare prodotti contraffatti da fattori quali costo inferiore, facile accessibilità e ridotta stigmatizzazione sociale associata a tali acquisti.contraffazione pirateria

In risposta a tali sviluppi, attualmente l’EUIPO, in collaborazione con partner del settore pubblico e privato, intraprende e sostiene una serie di azioni volte ad affrontare queste sfide, che prevedono, tra l’altro, misure volte a fornire ai titolari dei diritti informazioni sul mutevole panorama delle violazioni, a collaborare con Europol per offrire risposte più ampie allo scopo di contrastare i reati contro la PI, non da ultimo finanziando una sua unità specializzata nei reati contro la PI. Inoltre, EUIPO sostiene gli sforzi della Commissione europea (DG Commercio) intesi a ostacolare la fornitura di prodotti contraffatti in paesi terzi e a fornire ai cittadini informazioni sulla disponibilità delle offerte di contenuti digitali legali, nonché sull’impatto economico derivante dall’acquisto di prodotti contraffatti o dall’accesso a contenuti illegali.

Secondo uno studio del 2016 sul contributo della PI, emerge che i settori ad alta intensità di DPI contribuiscono al PIL dell’UE per il 42% e all’occupazione per il 28%. La sezione fornisce inoltre una sintesi dello studio condotto a livello d’impresa nel 2015, secondo cui le società che possiedono almeno un marchio, un disegno o modello oppure un brevetto si contraddistinguono per prestazioni economiche migliori rispetto alle società che non possiedono alcun DPI, effetto particolarmente pronunciato nel caso delle PMI. Segue infine un’analisi del quadro di valutazione delle PMI del 2016, che ha esaminato l’uso dei DPI in oltre 9.000 PMI nell’UE, nonché le ragioni del mancato utilizzo di tali diritti.

Lo studio di EUIPO esamina il versante della domanda e dell’offerta nel mercato per i prodotti soggetti a contraffazione e pirateria. Sul versante dell’offerta, vengono analizzati i metodi utilizzati per portare i prodotti contraffatti al consumatore, attingendo a molteplici fonti e relazioni, come lo studio congiunto EUIPO-Europol del 2017. Alcune sottosezioni esaminano i modelli imprenditoriali adottati dagli autori delle violazioni online, in particolare la pubblicità su siti web sospettati di contraffazione e pirateria e l’abuso del sistema dei nomi di dominio per generare traffici verso e-shop che commercializzano prodotti contraffatti. Sul versante della domanda, le ragioni che spingono i consumatori a commettere una violazione dei DPI emerge che tra i motivi alla base della violazione citati dai cittadini figurano il costo inferiore delle merci contraffatte, nonché il costo inferiore e la percezione di una maggiore disponibilità dei contenuti illegali online rispetto alle offerte legali.

L’impatto economico della contraffazione e della pirateria sui settori economici pubblico e privato è notevole. I costi della lotta alla contraffazione e alla pirateria sostenuti dal settore privato, sulla base di un’indagine condotta nel 2017 su quasi 1.300 società in 14 Stati membri evidenzia che i costi di gestione delle violazioni sono particolarmente onerosi per le aziende, specie per quella più piccole.