Consumi degli italiani in continuo calo

Associazioni consumatori: gli italiani fanno la dieta dimagrante. Ma controvoglia. Secondo l’Istat le famiglie spendono oltre 42 euro al mese in meno.

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Consumi degli italiani in continuo calo: secondo l’ultimo rapporto dell’Istat, nel 2023 la spesa media mensile per consumi delle famiglie in valori correnti è pari a 2.738 euro, in aumento (+4,3%) rispetto al 2022 (2.625 euro), ma in termini reali si riduce dell’1,5% per effetto dell’inflazione (+5,9% la variazione su base annua dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo).

Anche la spesa equivalente diminuisce in termini reali per tutte le famiglie e quasi nella stessa misura per le famiglie meno abbienti (-1,6%) e per quelle più abbienti (-1,7%).
In leggera flessione i divari territoriali: la differenza relativa tra la spesa massima del NordOvest e quella minima del Sud scende dal 36,9% del 2022 al 35,2% del 2023. Stabile la differenza in termini relativi dei livelli di spesa tra le famiglie composte soltanto da italiani e quelle con stranieri (32,0%; 32,4% nel 2022).

Il forte aumento dei prezzi che ha caratterizzato il 2023, seppure in maniera più contenuta rispetto al 2022, è stato fronteggiato dalle famiglie risparmiando meno o attingendo ai risparmi, ma anche modificando le proprie abitudini di consumo. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata, infatti, del 6,3%, in calo rispetto al 2022 (7,8%) e molto al di sotto del livello pre-Covid (8,0% nel 2019).

Inoltre, analogamente a quanto già osservato nell’anno precedente, anche nel 2023 le famiglie hanno modificato le proprie scelte di acquisto, in particolare nel comparto alimentare: il 31,5% delle famiglie intervistate nel 2023 dichiara, infatti, di aver provato a limitare, rispetto a un anno prima, la quantità e/o la qualità del cibo acquistato (erano il 29,5% nel 2022).

Più in dettaglio, nel 2023, a fronte di un forte incremento dei prezzi di alimentari e bevande analcoliche (+10,2% la variazione su base annua dell’Ipca), i consumi degli italiani per l’acquisto di questi prodotti sono cresciute del 9,2% rispetto all’anno precedente (526 euro mensili, pari al 19,2% della spesa totale), con punte dell’11,2% nel NordEst e del 10,7% nel Centro.

Gli aumenti, tutti statisticamente significativi, hanno interessato tutte le classi di spesa della divisione alimentare, ma sono stati particolarmente elevati per le spese destinate a cibi pronti e altri prodotti alimentari pronti non altrove classificati (+15,5%, 34 euro mensili), oli e grassi (+12,9%, 17 euro), ortaggi, tuberi e legumi (+12,2%, 69 euro), latte, altri prodotti lattiero-caseari e uova (+11,9%, 65 euro), zucchero, prodotti dolciari e dessert (+9,6%, 23 euro), cereali e prodotti a base di cereali (+9,3%, 83 euro). Per la carne, che da sola rappresenta il 21,0% della spesa alimentare, l’aumento è stato del 6,7% (111 euro mensili nel 2023).

Nel 2023 le famiglie sembrano essersi ormai adattate alle sfide dell’inflazione, in particolare per i beni alimentari: così, aumenta la quota di chi dichiara di aver limitato in quantità e/o qualità, rispetto ad un anno prima, la spesa per cibi (dal 29,5% al 31,5%) e bevande (dal 33,3% al 35,0%).

Per le associazioni dei consumatori, prosegue la cura dimagrante degli italiani. Secondo l’Unione nazionale consumatori a coniare la figura retorica secondo cui, con questi numeri, gli italiani continuano la loro, certo non benvoluta, cura dimagrante. «Le famiglie in termini reali spendono oltre 42 Euro al mese in meno, pari a un calo di 506 Euro all’anno – spiega il presidente Massimiliano Dona -. Insomma, prosegue la cura dimagrante forzata degli italiani, costretti a stringere la cinghia e a mangiare di meno».

Secondo uno studio di Unc, per i prodotti alimentari e per le bevande analcoliche, se in termini nominali nel 2023 le famiglie spendono 44,32 Euro in più rispetto al 2022, pari a 526,12 Euro annui contro 481,80 Euro, in termini reali, considerando l’inflazione del 2023 pari per questa divisione al 10,2%. La riduzione nell’acquisto di cibo è pari a 58 Euro su base annua, lo 0,9% in meno rispetto al 2022.

Il caro-prezzi che ha imperversato in Italia nel 2023 ha profondamente modificato i consumi degli italiani spingendo le famiglie a tagliare la spesa per i prodotti più rincarati. Lo afferma il Codacons, secondo cui lo scorso anno gli italiani hanno speso sensibilmente di più per acquistare meno. I tagli di spesa riguardano proprio i prodotti più rincarati, a partire dagli alimentari, con quasi un terzo delle famiglie (il 31,5%) che ha ridotto gli acquisti di cibi e bevande.

«Rimangono poi elevatissime – aggiunge il Codacons – le differenze di spesa a livello territoriale: a Bolzano città che segna i valori più elevati del 2023 pari a 3.737 euro mensili a famiglia, la spesa per consumi è in media più alta dell’86% rispetto alla Calabria (2.007 euro mensili), con una differenza di ben 1.730 euro mensili».

Per il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso, «gli italiani non solo hanno acquistato meno alimentari, ma hanno ridotto anche la qualità dei propri acquisti, puntando ai discount proprio per contenere la spesa e cambiando in peggio i propri stili di vita. Una dieta forzata a cui i cittadini sono stati costretti dai rincari senza sosta che si sono susseguiti nel corso dell’anno. Una situazione che, purtroppo, prosegue anche nel 2024: gli ultimi dati sulle vendite al dettaglio dimostrano infatti come nei primi otto mesi dell’anno il calo degli acquisti dei generi alimentari raggiunga il -1,1% su base annua».

 

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